Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha segnato un momento cruciale nella sua storia con il voto degli iscritti che ha sancito l’eliminazione di Beppe Grillo dal ruolo di garante del partito. La decisione, maturata dopo mesi di tensioni e confronti accesi, rappresenta un passo inedito nella traiettoria del movimento fondato proprio da Grillo, il quale per anni ne è stato figura simbolica e guida morale.
La genesi di una rottura annunciata
La vicenda è stata caratterizzata da un progressivo distacco tra Grillo e la leadership di Giuseppe Conte. Secondo Rocco Casalino, responsabile della comunicazione del Movimento e testimone diretto degli eventi, l’allontanamento di Grillo non era inizialmente nei piani di Conte. “Conte non ha mai pensato all’eliminazione del garante”, ha spiegato Casalino, evidenziando come il conflitto sia emerso principalmente a causa dell’opposizione di Grillo al processo costituente voluto dagli iscritti.
Il processo costituente, inteso come un tentativo di rafforzare la partecipazione degli iscritti e ridefinire le basi del Movimento, ha incontrato il forte dissenso di Grillo, il quale ha adottato una posizione critica nei confronti delle proposte avanzate da Conte. Questo atteggiamento ha portato alla necessità di una presa di posizione da parte della leadership, culminando nel voto che ha archiviato il ruolo di garante ricoperto da Grillo.
La voce degli iscritti e il cambiamento interno
Il risultato del voto, secondo Casalino, è stato influenzato dalle stesse prese di posizione pubbliche di Grillo. “Se non ci fossero state tutte le uscite di Grillo, i trecento costituenti e l’assemblea degli iscritti non avrebbero probabilmente votato in questo modo”, ha affermato, suggerendo che le azioni del fondatore hanno paradossalmente rafforzato la determinazione della base nel sostenere il cambiamento.
La decisione ha suscitato reazioni contrastanti all’interno del Movimento. Da una parte, molti iscritti hanno visto in questa svolta un’opportunità per una nuova fase di maturazione e indipendenza politica; dall’altra, non sono mancate critiche e rimpianti per la perdita di una figura storica e carismatica.
Le prospettive per il Movimento e per Grillo
Casalino ha descritto il momento come uno spartiacque: “Ora credo che ci sarà una fase nuova dove dobbiamo partire da qui, ascoltando sempre di più la base e chi partecipa al Movimento 5 Stelle”. L’intenzione dichiarata è quella di rinnovare il rapporto con gli iscritti, favorendo una maggiore partecipazione e una rinnovata identità politica.
Quanto a Grillo, la sua reazione ufficiale non è ancora arrivata, ma il messaggio espresso dal voto appare chiaro e netto. “Il dato e la volontà degli iscritti è stata molto forte, la vedo difficile che si possa opporre”, ha concluso Casalino, lasciando intendere che l’epoca di Grillo come garante del Movimento sia ormai definitivamente chiusa.
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Un futuro incerto ma promettente?
La mossa segna un cambiamento epocale per il M5S, che dovrà ora dimostrare di essere in grado di camminare sulle proprie gambe senza il sostegno diretto del suo fondatore. Giuseppe Conte, a sua volta, si trova davanti alla sfida di consolidare la sua leadership e rafforzare la coesione interna, evitando spaccature e tensioni che potrebbero compromettere il futuro del Movimento.
In questo contesto, l’ascolto degli iscritti e il rilancio di un progetto politico coeso e innovativo saranno cruciali per il destino del Movimento. La storia del M5S entra così in una nuova fase, una fase che, se ben gestita, potrebbe rappresentare un’occasione di rilancio per un partito nato con l’ambizione di rivoluzionare la politica italiana.
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