Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, è tornato al centro del dibattito politico e mediatico con un intervento esplosivo durante la trasmissione Dimartedì su La7, in cui ha criticato duramente il governo Meloni, le politiche economiche dell’esecutivo e le dichiarazioni di alcuni esponenti politici e giornalisti. Il suo sfogo ha acceso un dibattito feroce sui temi delle diseguaglianze sociali, delle condizioni lavorative e delle scelte fiscali del governo.
L’attacco a Bocchino e Salvini
Landini ha reagito con fermezza alle parole di Italo Bocchino, direttore editoriale del Secolo d’Italia, che lo aveva accusato di fomentare tensioni sociali e di “soffiare sul fuoco”. Bocchino aveva persino ipotizzato che le proteste dei lavoratori potrebbero sfociare in disordini gravi. Landini, visibilmente contrariato, ha risposto:
> “Si deve solo vergognare. Forse non lo sa, ma oggi si muore sul lavoro: tre persone al giorno perdono la vita lavorando. Il vero problema è che il governo non ascolta i lavoratori e preferisce creare disordini piuttosto che fare il suo mestiere”.
Il leader sindacale ha poi criticato Matteo Salvini, leader della Lega, che ha attaccato Landini per lo sciopero generale indetto dalla CGIL. “Il ministro Salvini – ha detto Landini – cerca di sviare l’attenzione dai problemi reali, come il fatto che il lavoro precario e sottopagato è una piaga sociale in Italia”.
Meloni e il “Paese di Bengodi”
Non meno aspre le critiche rivolte al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. In un’intervista a Quarta Repubblica su Rete 4, Meloni aveva elencato i presunti successi del suo governo, tra cui l’aumento dei salari, la riduzione della disoccupazione e il miglioramento dell’occupazione femminile. Landini ha risposto ironicamente:
> “Ma questa stava descrivendo il paese di Bengodi, mica l’Italia. In realtà, stanno riducendo il potere d’acquisto dei lavoratori. L’aumento dei salari è una bugia. Il taglio del cuneo fiscale c’era già, ma dal 2025 i lavoratori pagheranno più tasse, e il netto non aumenterà. È una presa in giro”.
Secondo il segretario della CGIL, il governo sta pianificando un sistema fiscale che penalizza i lavoratori dipendenti e i pensionati, i quali già contribuiscono per il 90% al gettito dell’Irpef. Landini ha proposto che i 17 miliardi di entrate fiscali aggiuntive del 2024 siano restituiti a chi ha pagato le tasse, anziché essere utilizzati per condoni fiscali e altri provvedimenti che favoriscono l’evasione.
Il nodo delle pensioni e il paradosso dell’occupazione
Landini ha definito “un insulto” l’aumento di 1,80 euro delle pensioni minime previsto per gennaio 2025. In tono sarcastico, ha raccontato:
> “Un signore mi ha detto che metterà questi soldi in una busta e li restituirà al governo. La gente non vuole elemosine, ma dignità”.
Ha inoltre smascherato il “mantra” del governo sull’aumento dell’occupazione: “La verità è che, non cambiando la legge Fornero, nessuno va più in pensione, e questo fa aumentare l’occupazione tra gli over 50. Ma qui manca un progetto per il lavoro stabile e ben retribuito per i giovani”.
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Concordati fiscali e condoni: una strategia fallimentare
Sul tema del concordato preventivo per i lavoratori autonomi, Landini ha sottolineato che l’adesione è stata scarsa, e non solo per l’alto tasso di evasione fiscale: “Molti autonomi non aderiscono perché sanno che questo governo ha fatto 18 condoni fiscali in pochi anni. Aspettano il prossimo, perché conviene di più evadere”.
Secondo il leader sindacale, questa politica premia chi non rispetta le regole a scapito di lavoratori dipendenti e pensionati: “Qui i veri coglioni sono quelli che pagano le tasse, cioè chi lavora onestamente. Questo sistema è insostenibile”.
La sfida di Landini al governo
Landini ha concluso il suo intervento con un appello alla mobilitazione contro le diseguaglianze sociali. Per il segretario della CGIL, è indispensabile aumentare i salari, rafforzare la sanità pubblica e garantire un sistema fiscale più equo. “Non si può continuare a ridurre gli stipendi mentre i profitti delle aziende crescono in modo spropositato. È ora di cambiare rotta, o la protesta sociale sarà inevitabile”.
Reazioni e polemiche
Le parole di Landini hanno suscitato reazioni contrastanti. Mentre il centrosinistra e alcune personalità del mondo accademico hanno difeso il leader sindacale, definendolo “una voce necessaria per i lavoratori”, il centrodestra ha accusato la CGIL di fare opposizione ideologica. Salvini ha risposto con un tweet: “Landini rappresenta un sindacato che guarda al passato, noi pensiamo al futuro”.
La tensione tra il governo e il sindacato non accenna a diminuire, e il dibattito resta acceso. Intanto, i lavoratori attendono risposte concrete su salari, pensioni e diritti.
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