Negli ultimi mesi, l’operato del governo Meloni è stato sotto crescente scrutinio non solo da parte dell’opposizione, ma anche da esponenti del mondo politico e mediatico che tradizionalmente sostengono la destra italiana. Le promesse fatte in campagna elettorale, tra cui l’aumento delle pensioni minime a 1.000 euro, il blocco navale per arginare i flussi migratori e l’abolizione delle accise sui carburanti, si sono rivelate, secondo molti, irrealizzabili o disattese. Questo ha portato a un crescente malcontento tra gli elettori e a critiche anche da personalità vicine alla coalizione di governo, come Mario Giordano, giornalista noto per la sua vicinanza agli ambienti della destra.
Promesse elettorali: il bilancio attuale
Uno dei cavalli di battaglia della campagna elettorale di Giorgia Meloni è stato l’aumento delle pensioni minime a 1.000 euro al mese. Questa proposta, che avrebbe avuto un forte impatto positivo per milioni di pensionati, si è trasformata in una realtà ben diversa: nel 2024, le pensioni minime sono state ritoccate solo per alcune categorie, senza raggiungere l’importo promesso. Gli anziani, soprattutto quelli a basso reddito, si trovano ancora in una situazione economica precaria, nonostante le aspettative generate.
Altro punto focale delle promesse elettorali è stato il cosiddetto “blocco navale” per fermare l’immigrazione clandestina. Tuttavia, nonostante le dichiarazioni forti e gli slogan accattivanti, i numeri sugli sbarchi continuano a crescere. Solo nei primi mesi del 2024, si è registrato un aumento significativo degli arrivi rispetto agli anni precedenti, mettendo in difficoltà il sistema di accoglienza italiano. Il “blocco navale” si è rivelato un termine propagandistico privo di reali strumenti giuridici ed efficacia pratica.
L’abolizione delle accise sui carburanti, infine, è forse uno degli esempi più emblematici delle promesse mancate. Il prezzo della benzina continua a oscillare su livelli elevati, aggravato dalla crisi energetica globale. Anziché abolire le accise, il governo Meloni ha reintrodotto alcune misure fiscali per far fronte al deficit, deludendo così gli automobilisti italiani che avevano riposto fiducia in questa promessa.
Le critiche di Mario Giordano e la spaccatura nel centrodestra
La sorpresa più rilevante degli ultimi giorni è stata l’intervento critico di Mario Giordano, giornalista di punta di Rete 4 e noto per il suo approccio polemico a difesa della destra. Nel suo programma “Fuori dal coro”, Giordano ha attaccato apertamente la premier, invitandola a “vergognarsi” per non aver mantenuto le promesse fatte agli italiani. Questo segnale di dissenso interno evidenzia una crescente spaccatura nel centrodestra, dove anche altri esponenti cominciano a manifestare dubbi sulla capacità del governo di mantenere la rotta.
Le parole di Giordano hanno avuto un forte impatto mediatico, poiché rappresentano un sintomo di un malcontento più ampio. Secondo alcuni analisti, questa frattura potrebbe compromettere la coesione della coalizione di governo, soprattutto in vista delle future elezioni europee.
Reazioni politiche e sociali
Dal lato dell’opposizione, il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle hanno intensificato le critiche, accusando il governo di inadempienza e propaganda. Anche i sindacati, soprattutto quelli che rappresentano i pensionati e i lavoratori precari, hanno espresso delusione per le scelte economiche del governo.
Sui social media, molti elettori di destra si sono dichiarati delusi. Commenti come “Ci avete illuso, e ora siamo punto e a capo” o “Meloni ha tradito il popolo” sono diventati frequenti nei dibattiti online.
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Conclusione
Il governo Meloni si trova in una fase delicata: le promesse elettorali, se non realizzate, rischiano di erodere rapidamente il consenso costruito. La disillusione degli elettori, unita alle critiche provenienti anche da figure tradizionalmente vicine alla destra, come Mario Giordano, segnala un momento di crisi. Per riconquistare la fiducia del popolo italiano, sarà necessario andare oltre gli slogan e mettere in atto politiche concrete, che siano in grado di rispondere alle reali esigenze del Paese. In caso contrario, il rischio è quello di perdere il sostegno non solo degli elettori, ma anche degli alleati politici.
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