Roma, 17 dicembre – È stato approvato alla Camera un emendamento cruciale nella notte del 17 dicembre, sostenuto congiuntamente dalle forze di opposizione – Alleanza Verdi Sinistra (AVS), Movimento 5 Stelle (M5S) e Partito Democratico (PD). Un risultato importante che apre la strada alla stabilizzazione di almeno 300 ricercatori precari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). L’annuncio è stato dato dai leader di opposizione Elly Schlein, Giuseppe Conte, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che hanno rivendicato con soddisfazione questo primo risultato.
Un impegno mantenuto per i ricercatori precari
L’emendamento approvato è frutto di un impegno pubblico preso dalle opposizioni nel corso delle proteste dei ricercatori precari del CNR. Durante quegli incontri, i rappresentanti delle forze progressiste avevano promesso un’azione concreta per affrontare la situazione critica dei ricercatori a tempo determinato. Con il nuovo emendamento, che utilizza fondi destinati dalle forze di opposizione, la stabilizzazione diventa finalmente realtà, anche se solo parziale.
“Il nostro impegno per i ricercatori precari del CNR ha ottenuto un primo risultato, ma non ci fermeremo qui. La ricerca è fondamentale per lo sviluppo delle conoscenze e dell’economia del nostro Paese”, hanno dichiarato congiuntamente Schlein, Conte, Fratoianni e Bonelli.
Un risultato limitato ma significativo
I quattro leader hanno riconosciuto che si tratta di un piccolo passo avanti. I ricercatori precari al CNR, infatti, sono migliaia e la loro stabilizzazione è attesa ormai da anni. Tuttavia, il successo di questo emendamento rappresenta un precedente importante, dimostrando che la volontà politica può superare l’immobilismo delle istituzioni.
“Questo risultato dimostra che, se c’è volontà politica, si possono affrontare e risolvere i problemi del Paese. Il governo non ha più alibi: deve impegnarsi ad aumentare significativamente gli investimenti in istruzione e ricerca,” hanno sottolineato i leader dell’opposizione.
Ricerca e istruzione: settori strategici dimenticati
La denuncia delle opposizioni è chiara: la manovra economica 2025 proposta dal governo di destra sembra dare priorità a “lobby e grandi interessi” anziché ai settori strategici per il futuro del Paese. La critica è rivolta alla visione politica che, a loro dire, privilegia interventi clientelari a scapito della ricerca, un settore cruciale per la crescita e l’innovazione.
“La destra continua a ignorare i ricercatori e a mantenere una visione miope sul futuro del Paese. Noi invece vogliamo che l’Italia investa sui giovani e tuteli il patrimonio di competenze e conoscenze che esiste nei nostri centri di ricerca e atenei,” hanno dichiarato Schlein, Conte, Fratoianni e Bonelli.
Il futuro della ricerca: investimenti e stabilità
La questione dei ricercatori precari è solo la punta dell’iceberg. Senza investimenti adeguati e misure concrete, il sistema della ricerca in Italia rischia di perdere talenti preziosi, con una fuga continua di cervelli verso l’estero. Le opposizioni chiedono un cambio di rotta deciso e strutturale.
“A noi sta a cuore il bene comune e l’interesse collettivo. La stabilizzazione dei ricercatori precari è un segnale che il Paese può e deve fare di più per valorizzare le proprie eccellenze,” hanno concluso i leader delle forze progressiste.
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Le implicazioni politiche: Conte vince, Crosetto perde
In parallelo alla vittoria sulla stabilizzazione dei ricercatori, emerge un’altra dinamica politica significativa. Secondo indiscrezioni, Giuseppe Conte ha prevalso sul ministro della Difesa Guido Crosetto nella battaglia per il riparto delle risorse. Fondi che sarebbero stati destinati alla spesa militare saranno invece reindirizzati a settori cruciali come la ricerca e il sostegno al lavoro precario.
Questa scelta rappresenta una svolta politica importante che potrebbe influenzare gli equilibri futuri della manovra finanziaria. Il dibattito, infatti, non si fermerà qui, con le opposizioni determinate a continuare la lotta per un’Italia che investe sui giovani, sulla conoscenza e sulla ricerca.
Conclusioni
L’approvazione dell’emendamento è un primo successo per i ricercatori del CNR, ma il cammino verso una stabilizzazione completa resta lungo. La politica ha dimostrato di poter agire, ma l’impegno per un’Italia più equa e innovativa richiederà ulteriori battaglie. I riflettori ora restano puntati sul governo, chiamato a rispondere alle richieste di maggiori investimenti per ricerca e istruzione.