Milano, 20 dicembre 2024 – La senatrice e ministra del Turismo, Daniela Santanchè, figura al centro di un’inchiesta giudiziaria che ha acceso i riflettori sul fallimento della Ki Group srl, azienda leader nel settore del biofood. La Procura di Milano, guidata dai magistrati Marina Gravina, Luigi Luzi e dall’aggiunto Roberto Pellicano, ha disposto un’estensione delle indagini notificata il 19 novembre scorso, come riportato da La Stampa. L’accusa principale nei confronti della ministra riguarda il reato di bancarotta fraudolenta.
I dettagli dell’inchiesta
L’indagine verte esclusivamente sul crollo finanziario della Ki Group srl, società che operava nella distribuzione di prodotti biologici e naturali, e non coinvolge le altre realtà collegate, come Bioera o Ki Group Holding. La Ki Group srl è stata posta in liquidazione giudiziale a gennaio 2024, decisione adottata dal Tribunale Fallimentare di Milano. Il periodo di interesse per la Procura copre il periodo fino al maggio 2021, quando la ministra ricopriva ancora il ruolo di amministratrice dell’azienda.
Oltre a Santanchè, risultano indagati altre figure di rilievo, tra cui l’ex compagno della ministra, Giovanni Canio Mazzaro, e diversi dirigenti e collaboratori, tra cui Michele Mazzaro, Antonino Schemoz, Stefano Crespi e Filippo Rolando.
Le accuse e il contesto giudiziario
Le contestazioni mosse alla ministra e agli altri indagati si basano su presunte irregolarità nella gestione societaria della Ki Group srl. Secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, ci sarebbero state operazioni aziendali finalizzate a sottrarre risorse economiche a danno dei creditori, violando così le norme in materia di trasparenza e gestione finanziaria.
L’inchiesta, però, non riguarda la società madre Ki Group Holding, per la quale è ancora pendente una richiesta di fallimento avanzata dalla Procura di Milano e dall’Agenzia delle Entrate, né la vicenda di Bioera, dichiarata fallita poche settimane fa.
Il ruolo della ministra e le implicazioni politiche
Daniela Santanchè, esponente di spicco di Fratelli d’Italia e attualmente ministra del Turismo nel governo Meloni, ha sempre rivendicato la sua correttezza nelle vicende legate alle sue attività imprenditoriali. Tuttavia, il coinvolgimento in un’indagine così delicata solleva interrogativi sul possibile impatto politico e istituzionale. La ministra ha mantenuto una posizione pubblica riservata sull’argomento, evitando dichiarazioni che possano influire sull’andamento delle indagini.
La posizione della Procura e gli sviluppi futuri
La proroga delle indagini è stata approvata dal gip Tiziana Gueli il 18 novembre 2024, segno che la Procura ritiene necessario approfondire ulteriormente le responsabilità degli indagati. La complessità del caso e le implicazioni derivanti dal fallimento della Ki Group srl richiedono un’attenta analisi delle operazioni economiche e finanziarie svolte nel periodo di amministrazione Santanchè.
Nonostante le accuse, è fondamentale ricordare che la ministra, come gli altri indagati, gode della presunzione di innocenza fino a prova contraria, in attesa di eventuali sviluppi processuali.
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Reazioni e scenari
Il caso ha attirato l’attenzione dei media e del mondo politico, alimentando un dibattito acceso. Le opposizioni hanno richiesto trasparenza e valutazioni sull’opportunità che la ministra prosegua nel suo ruolo istituzionale, mentre il governo Meloni ha espresso fiducia nella magistratura e nella correttezza di Santanchè.
Il futuro giudiziario e politico di Daniela Santanchè rimane incerto, e il caso Ki Group potrebbe rappresentare un capitolo significativo non solo per la carriera della ministra, ma anche per l’immagine complessiva dell’esecutivo.
La vicenda è destinata a proseguire, e il prossimo passo sarà l’eventuale formalizzazione di un processo.