Landini a La7: “Cancellare la legge Fornero? Altro che balle, il governo Meloni la sta…” – VIDEO SHOCK

23 dicembre 2024 – In Onda, il programma di approfondimento politico di La7 condotto da Marianna Aprile e Luca Telese, è stato teatro di un acceso confronto sulle politiche pensionistiche del governo Meloni. Ospite in studio, il segretario generale della CGIL Maurizio Landini non ha risparmiato critiche all’esecutivo, puntando il dito contro la gestione della legge Fornero e le recenti riforme che, secondo lui, penalizzano ulteriormente i lavoratori.

La critica: “Peggiorano la legge Fornero”

Landini ha esordito attaccando direttamente le scelte dell’esecutivo: “Non solo non hanno cambiato la legge Fornero, ma la stanno peggiorando”. Un’accusa pesante, che ha fatto eco alle preoccupazioni di molti sindacati e lavoratori. Il segretario CGIL ha spiegato come, nonostante le promesse di abolizione della controversa riforma Fornero, il governo abbia introdotto nuove misure che rendono ancora più difficile per molte persone accedere alla pensione.

Secondo Landini, uno degli aspetti più critici riguarda l’innalzamento dei requisiti per andare in pensione: “Al di là delle balle che stanno raccontando, a 64 anni con 20 anni di contributi ci si poteva andare, ma ora hanno alzato la soglia. E chi ha lavorato in condizioni precarie o con part-time involontario dovrà lavorare fino a quasi 70 anni”. Queste affermazioni riflettono un disagio crescente tra i lavoratori, in particolare quelli che svolgono mansioni usuranti o con carriere contributive frammentate.

Il caso del TFR

Un altro punto su cui Landini ha acceso i riflettori è la gestione del Trattamento di Fine Rapporto (TFR). “Ci stanno mettendo le mani sopra in modo inaccettabile”, ha denunciato, senza entrare nei dettagli tecnici delle modifiche. Tuttavia, è chiaro che il segretario CGIL ritiene le nuove disposizioni una minaccia ai diritti dei lavoratori, ulteriormente erosi da una politica che, a suo avviso, continua a favorire le imprese a discapito delle fasce più deboli.

Le conseguenze per i lavoratori precari

Particolare attenzione è stata dedicata ai lavoratori part-time involontari, una categoria spesso ignorata nelle riforme pensionistiche. Secondo Landini, questi lavoratori si troveranno costretti a rimanere attivi ben oltre i 64 anni, a causa di carriere contributive insufficienti. Questa situazione, già difficile, è resa ancora più complessa dall’aumento dell’età pensionabile de facto introdotto senza una comunicazione trasparente.

“Stanno aumentando l’età pensionabile senza dirlo apertamente”, ha aggiunto Landini, sottolineando l’apparente disconnessione tra le promesse elettorali del governo e la realtà delle politiche adottate.

Un governo sotto accusa

Le dichiarazioni di Landini si inseriscono in un contesto di crescenti tensioni tra i sindacati e il governo Meloni. Già in passato, l’esecutivo aveva affrontato critiche per la mancanza di dialogo con le parti sociali su temi fondamentali come le pensioni e il lavoro. Ora, le nuove misure sembrano alimentare ulteriormente il malcontento.

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L’analisi politica

Gli osservatori politici sottolineano come la questione pensionistica sia diventata una delle principali sfide per il governo Meloni. Nonostante le promesse fatte in campagna elettorale, l’abolizione della legge Fornero si è rivelata irrealizzabile, lasciando spazio a riforme che molti considerano ancora più penalizzanti.

L’intervento di Landini a In Onda ha riportato al centro del dibattito pubblico un tema che tocca milioni di italiani. Il rischio è che la crescente insoddisfazione possa tradursi in un aumento delle mobilitazioni sindacali nei prossimi mesi, con possibili scioperi e proteste.

Conclusioni

Le parole di Maurizio Landini rappresentano un duro monito al governo: la questione pensionistica non può essere affrontata con misure che peggiorano ulteriormente la situazione dei lavoratori. Mentre il dibattito continua, rimane da vedere come l’esecutivo affronterà queste critiche e se saranno apportate modifiche alle politiche contestate.

In attesa di ulteriori sviluppi, appare chiaro che il tema delle pensioni sarà centrale nell’agenda politica del 2024, con possibili ripercussioni anche sul consenso verso il governo Meloni.
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