FDI cita in giudizio Report: Libertà di stampa sotto attacco? Ranucci reagisce duramente!

Per la prima volta nella storia italiana, e forse mondiale, un intero partito politico ha deciso di citare in giudizio una trasmissione televisiva e il suo inviato. Fratelli d’Italia ha infatti avviato un’azione legale contro Report, il noto programma di inchiesta giornalistica di Rai 3, e contro il giornalista Giorgio Mottola, per quanto emerso nell’inchiesta “Mafia a tre teste”. Il partito di Giorgia Meloni ha chiesto un risarcimento di 50.000 euro, ritenendo diffamatoria una dichiarazione di Mottola che evidenziava come “negli ultimi anni la quasi totalità dei politici arrestati per mafia fosse di Fratelli d’Italia”.

Secondo FdI, il dato sarebbe falso e il numero di esponenti del partito coinvolti in inchieste di mafia si aggirerebbe attorno al 20%, una percentuale che il partito evidentemente considera marginale. Tuttavia, questa querela si inserisce in un contesto più ampio di azioni legali da parte di esponenti del governo e della destra italiana contro giornalisti e trasmissioni critiche nei confronti del potere.

COSA HA POSTATO RANUCCI SUI SOCIAL PER AVVERTIRE IL SUO PUBBLICO:

SCRIVE RANUCCI:
“FRATELLI D’ITALIA CITA IN GIUDIZIO REPORT.
Per la prima volta nella storia, credo mondiale, un intero partito cita in giudizio una trasmissione e il suo inviato Giorgio Mottola, per l’inchiesta “mafia a tre teste”, e chiede un risarcimento di € 50.000,00.
Fdi si lamenta di una frase di Giorgio che parlava che negli utlimi anni la quasi totalità dei politici arrestati per motivi di mafia era di Fdi” . Fdi d’Italia l’ha trovata diffamante perchè dal conteggio che hanno fatto si tratterebbe “solo” del 20 %. Contenti loro! A me sembra di essermi fatto un acido. Si aggiunge alle querele e atti di citazioni di esponenti di governo: Ignazio La Russa, i figli di La Russa, Adolfo Urso, Giancarlo Giorgetti, ( la moglie di Giorgetti, e la sorella della moglie di Giorgetti, e l’avvocato di Giorgetti), Maurizio Gasparri, la famiglia Berlusconi, l’ onorevole Marta Fascina, il sottosegretario Isabella Rauti. Comunque Report in onda domenica alle 20.30 su Rai3 e RaiPlay”

La lunga lista di querele contro Report e i giornalisti d’inchiesta

L’azione legale di Fratelli d’Italia non è un caso isolato. Negli ultimi mesi, una serie di esponenti del governo e figure vicine al centrodestra hanno avviato procedimenti contro giornalisti e testate che hanno sollevato questioni scomode. Tra i nomi citati da Sigfrido Ranucci, storico conduttore di Report, figurano:

Ignazio La Russa, presidente del Senato

I figli di La Russa, coinvolti in recenti controversie

Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy

Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, insieme a sua moglie, la sorella di sua moglie e il suo avvocato

Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato

La famiglia Berlusconi, con l’onorevole Marta Fascina

Isabella Rauti, sottosegretaria alla Difesa


Questa escalation di querele e citazioni in giudizio appare come un tentativo di intimidazione nei confronti del giornalismo investigativo, specialmente nei confronti di Report, noto per le sue inchieste su politica, economia e criminalità organizzata.

Libertà di stampa a rischio?

L’Italia ha sempre avuto un rapporto complesso con la libertà di stampa. Se da un lato la Costituzione tutela il diritto di cronaca e il ruolo dei giornalisti nel garantire l’informazione pubblica, dall’altro la pressione politica e le cause legali vengono spesso utilizzate per scoraggiare il giornalismo investigativo. Il caso di Report potrebbe rappresentare un punto di svolta nella battaglia tra il diritto di informare e la volontà della politica di controllare la narrazione pubblica.

L’uso delle querele temerarie – cause legali intentate per scoraggiare il lavoro dei giornalisti – è una pratica denunciata da molte organizzazioni per la libertà di stampa. Questi procedimenti, spesso infondati, costringono giornalisti e testate a sostenere costi legali elevati, mettendo a rischio la sostenibilità economica del giornalismo indipendente.

Secondo l’ultimo rapporto di Reporters Sans Frontières, l’Italia si trova al 41° posto nel mondo per libertà di stampa, un dato che riflette il clima ostile nei confronti della stampa critica. Le querele da parte di esponenti politici non fanno che peggiorare la situazione, alimentando un clima di paura e autocensura tra i giornalisti.

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Cosa succederà ora?

Nonostante le cause legali, Report non sembra intenzionato a fermarsi. La trasmissione continua ad andare in onda ogni domenica alle 20:30 su Rai 3 e RaiPlay, mantenendo il suo impegno nel raccontare verità scomode. Sigfrido Ranucci ha già annunciato che il programma continuerà a indagare senza farsi intimidire.

Nel frattempo, il caso sarà un banco di prova per la giustizia italiana e per la tenuta della libertà di stampa nel Paese. Resta da vedere se questa querela sarà accolta dal tribunale o se verrà archiviata, ma una cosa è certa: il dibattito sul diritto all’informazione e sul ruolo della stampa indipendente in Italia è più acceso che mai.

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