Chiusa l’inchiesta sulle mancate zone rosse. Indagato anche l’ex premier Conte

Dopo tre anni viene chiusa ufficialmente la maxi indagine su quanto accadde nella Bergamasca nella primavera 2020 con la mancata zona rossa in Valle Seriana.

Tra i venti indagati l’ex Presidente del Consiglio Conte, l’ex Ministro Speranza, il governatore Fontana e il suo ex assessore Gallera. E poi i membri del CTS Brusaferro, Locatelli, Miozzo, Borrelli.

Il procuratore Chiappani ha dichiarato relativamente alla portata delle indagini: “accertato gravi omissioni da parte delle autorità sanitarie, nella valutazione dei rischi epidemici e nella gestione della prima fase della pandemia”.

 

 È chiaro che se delle responsabilità potrebbero essere imputate ad alcuni degli indagati, altre posizioni saranno certamente archiviate, mentre parte dell’indagine, in particolare quella sulla decisione relativa alla ‘zona rossa’, sembra sarà trasferita altrove.

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In tutto gli indagati sono una ventina. La Guardia di finanza ha avviato le notifiche per i reati di epidemia colposa aggravata, omicidio colposo plurimo, rifiuto di atti di ufficio per venti indagati. Per l’ex premier Conte e l’ex ministro Speranza si prepara la trasmissione degli atti al Tribunale dei ministri.

 

Il Leader 5 Stelle appena appresa la notizia: “Apprendo dalle agenzie di stampa notizie riguardanti l’inchiesta di Bergamo. Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura. Sono tranquillo di fronte al Paese e ai cittadini italiani per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra Repubblica” scrive in una nota.

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