Naufragio di Cutro. Conte chiede a Meloni di assumersi le proprie responsabilità

Il 26 febbraio 180 migranti si imbarcarono su uno scafo con l’obiettivo di raggiungere dalla Turchia la costa di Crotone. Sono passate poche ore, il mare è calmo tuttavia il motore subisce un guasto. Arriva un’altra barca di legno e migranti vengono trasferiti e rinchiusi in stiva.

Mancava poco all’arrivo alla costa crotonese, il motore è in avaria, sbatte contro gli scogli e si spezza in due. L’acqua comincia a entrare nella stiva. La gente tenta di scappare ma finisce in mare, molti annegano.

Ma le polemiche sulle responsabilità politiche, su ciò che poteva fare la guardia costiera e la guardia di finanza per salvare vite non si fermano. Dopo giorni di valutazioni e di dichiarazioni caute, la procura di Crotone ha deciso di mettere sotto la lente il funzionamento della macchina dei soccorsi.

Si parla di intrico di competenze. Il comandante Aloi: «Perché non siamo usciti? Dovreste conoscere i piani, gli accordi ministeriali. Le nostre regole di ingaggio sono una ricostruzione molto complessa. Ci sarebbe bisogno di specificare come funziona il dispositivo per il plottaggio dei migranti, da che arrivano nelle acque territoriali a che poi debbano essere scortati o accolti le operazioni le conduce la Gdf finché non diventano Sar” (ricerca e salvataggio).

Si affiancano a queste, le competenze ministeriali. In caso di interventi in mare verso i barconi di migranti, si intersecano a volte anche con quelle europee dell’agenzia Frontex la cui prima email è stata, l’obiezione del titolare del Viminale Matteo Piantedosi: “non aveva segnalato una situazione di pericolo a bordo”. La stessa di comando è tenuta dal Comando generale della Guardia costiera, che fa capo al ministro dei Trasporti Matteo Salvini.  Ma per Frontex spetta alle autorità nazionali competenti classificare un evento come ricerca e soccorso.

 

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Nel frattempo le parole del Ministro dell’interno Matteo Pianterosi alzano lo scontro politico: “L’unica cosa che va detta ed affermata è: i migranti non devono partire”. Dichiarazioni ritenute ciniche e senza logica dalle opposizioni.

 

Dopo il terribile accaduto il leader 5 Stelle Giuseppe Conte ha detto: “È doveroso che il ministro Piantedosi dopo essere andato in commissione venga anche in Parlamento, ma è doveroso che lo faccia anche il ministro Salvini, che si sta sottraendo ancora una volta al confronto parlamentare e con gli italiani”.

“Pero’, aggiungo, è doveroso che anche Meloni, siccome è lei la responsabile del Governo, faccia chiarezza sulle varie responsabilità dei ministeri interessati. Non basta scrivere una letterina a Bruxelles per chiedere un nuovo sforzo congiunto. È la presidente del Consiglio, ha il dovere di chiarire chi e perché’ non è intervenuto, a tutti gli italiani”.

Ad esporsi è anche un altro esponente 5 stelle, il senatore siciliano Pietro Lorefice: “Chiediamo non solo al ministro Piantedosi ma anche al ministro Salvini, che ha la responsabilità politica degli apparati di soccorso anche in mare, di venire in Parlamento a riferire sulla strage di Cutro”.

“Qui – conclude Lorefice – non è in questione la professionalità e l’abnegazione di chi ogni giorno, da sempre, è in prima linea nel salvataggio di vite in mare, ma le direttive politiche di un governo che non fa mistero del suo disprezzo verso i migranti”.

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