La grande rincorsa per non perdere i fondi del Pnrr è finita sul tavolo dell’incontro fra il commissario europeo per gli Affari economici Paolo Gentiloni e il ministro Raffaele Fitto.
Si apprende da una nota di Palazzo Chigi: “I due hanno effettuato una disamina degli obiettivi in merito ai quali è ancora in corso un’interlocuzione fra il governo e i servizi della Commissione”.
In sostanza, l’esecutivo ha dichiarato raggiunti i 55 obiettivi fissati per fine 2022 ma i tecnici di Bruxelles hanno segnalato che invece non tutte le carte sono a posto, non si tratta solo di approvare riforme normative, ma anche di applicarle e di far partire i lavori.
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Non si sa, con esattezza, quanti sono i capitoli ancora da giustificare. Secondo la fondazione ‘Openpolis’ sarebbero 13, fra i quali tre riguardano la cybersicurezza nazionale. Altre fonti accreditate parlano di cinque obiettivi ancora sotto la lente dell’Ue.
La Commissione ha deciso così di prendersi un altro mese e concede all’Italia più tempo per mettersi in regola precisamente fino al 31 marzo. Se ciò non andrà in porto l’Italia avrò perso 19 miliardi di euro, ovvero la terza tranche dei fondi del Pnrr.
Ad un mese dalla decisione del Consiglio il governo Meloni ha fatto sapere che le verifiche continueranno, “tenendo conto del numero e della complessità dei 55 milestones e target previsti. Il governo dichiara che sono: “oggetto di ulteriore approfondimento tre misure che erano state approvate dal precedente governo”, In particolare si tratta di un intervento sulle concessioni portuali, uno sulle reti di teleriscaldamento e uno sui Piano urbani integrati.
Per quanto riguarda le concessioni portuali, “la Commissione ritiene necessario un ulteriore approfondimento, proponendo di limitarne la durata massima”. Per questa modifica sarebbe in lavorazione un decreto, “inviato al Consiglio di Stato il 14 ottobre 2022”, secondo quanto affermato da Palazzo Chigi.
Sulle reti di teleriscaldamento, invece, la Commissione “ha messo in dubbio l’ammissibilità di alcuni interventi, selezionati attraverso la procedura di gara del 30 giugno 2022”.
Infine, i Piani Urbani Integrati sono stati contestati in alcuni punti: il “Bosco dello Sport” di Venezia e lo stadio Artemio Franchi di Firenze. Su questi due progetti, il presidente dell’Anci (associazione dei Comuni) Antonio Decaro ha detto che “non c’è alcuna motivazione possibile” per il “dietrofront della Commissione”, dato che era già stata “valutata l’ammissibilità” e si tratta di “due progetti strategici e di grande utilità”.
Il governo Meloni ha assicurato che “fornirà ulteriori elementi a sostegno dell’ammissibilità di tutti questi interventi”, e che “continuerà a lavorare in modo costruttivo con la Commissione europea per garantire il positivo completamento delle attività di valutazione”. In questo modo, si spera, il rinvio di marzo sarà l’ultimo e ad aprile arriverà l’approvazione.