Mercoledì 22 marzo 2023, alla Camera dei Deputati è stata approvata con 252 voti a favore e nessun contrario la nuova legge anti pirateria, ribattezzata legge “anti pezzotto”. Con tale provvedimento il Governo mira a tutelare “la proprietà intellettuale nelle sue varie forme a tutelare il diritto d’autore, a sostenere le imprese, gli autori, gli artisti e i creatori, a responsabilizzare gli intermediari di rete per rendere più efficaci le attività di contrasto della diffusione illecita e della contraffazione di contenuti tutelati dal diritto d’autore, nonché a promuovere campagne di comunicazione e sensibilizzazione del pubblico”.
La nuova legge anti pirateria tutti quei siti web che in maniera illecita diffondono contenuti coperti da diritto d’autore, come per esempio le partite. L’Agcom, con la nuova legge, avrà il potere di ordinare ai prestatori di servizi di disabilitare l’accesso a contenuti diffusi in maniera illecita, anche tramite provvedimenti cautelari in via d’urgenza.
Una delle novità sarà il “follow the money“secondo cui si potrebbe avere ripercussioni anche l’utente che verrà rintracciato tramite metodo di pagamento dal momento che per le nostre leggi non si può, di norma risalire allo stesso per motivi di privacy tramite l’indirizzo IP .
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Per quanto riguarda la pena è previsto un periodo di reclusione da 6 mesi a 3 anni e una multa da 2.582 euro a 15.493 euro per “chiunque abusivamente esegue […] la fissazione su supporto digitale, audio, video o audiovideo, in tutto o in parte, di un’opera cinematografica, audiovisiva o editoriale ovvero effettua la riproduzione, l’esecuzione o la comunicazione al pubblico della fissazione abusivamente eseguita” mentre per i fruitori di servizi di questa tipologia, invece, la sanzione passa da 1.000 a 5.000 euro.
Tuttavia ciò che sta facendo molto discutere è il concetto di “opera editoriale”, affiancato ed equiparato al concetto di opera “cinematografica, audiovisiva”, vittime di pirateria.
Matteo Flora esperto di diritti d’autore spiega in un intervista: “Chiunque potenzialmente in futuro potrebbe chiedere la violazione di un suo prodotto. Un creatore di contenuti potrebbe denunciare il sito di un giornale per essersi appropriato di un suo video e chiedere, e magari ottenere, che venga oscurato” conclude.