“È come il TAV” Travaglio spiega perché il Ponte sullo Stretto non si farà mai

Lo paragona alla TAV Torino-Lione, Marco Travaglio. Per il direttore de “Il Fatto Quotidiano” il Ponte sullo Stretto “Non serve, sia perché non ci sono i soldi per farlo, sia perché serve solo a comprare clientele”. Intervenuto in diretta ad “Accordi&Disaccordi” sul Nove, Travaglio ci è andato giù duro contro il governo Meloni spiegando i veri costi di realizzazione del Ponte, vicini ai 15 miliardi di euro.

«È come il Tav Torino-Lione: non ci sono i soldi. Serve solo per comprare clientele», ha detto il giornalista davanti a Luca Sommi.

«Il documento che illustra i reali costi di quel ponte rivela tutta la pochezza di questo governo e del ministro Salvini, perché i soldi non li hanno e non può andare nel Pnrr perché il Pnnr deve prevedere opere che saranno concluse e consegnate entro il 2026. Quindi è evidente che un ponte di quelle dimensioni, di quella difficoltà, ammesso che stia in piedi, in ogni caso non può essere completato nel giro di tre anni e nemmeno nel giro di cinque», ha spiegato poi Travaglio.

«Il ponte sullo Stretto e il Tav hanno più o meno lo stesso costo: 15 miliardi in partenza, che poi diventeranno 20 o 25, come per tutte le cose all’italiana. Devono continuare a tenerlo in piedi per due motivi. Primo, continuare a buttare via soldi per comprare clientele in progettazioni, engineering, ritocchi, ritorni all’indietro, ritorni in avanti. Eravamo partiti dalla campata unica, poi si era cambiato progetto. Adesso siamo tornati alla campata unica. La seconda cosa è che bisogna fare favori a questo Salini, uno dei finanziatori del cosiddetto Terzo Polo, che adesso è ‘pappa e ciccia’ con Salvini e che è in causa con lo Stato. Credo che abbia perso il primo round, ma credo sia in attesa del secondo. Quindi bisogna tenere su gli interessi di questo signore, che è il più grande costruttore italiano», ha concluso il direttore del Fatto Quotidiano.

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