Report, lo sappiamo, è uno dei programmi di approfondimento e inchieste più apprezzati dagli italiani. In questi giorni si è tornato a parlare della trasmissione condotta da Sigfrido Ranucci, al centro di una questione molto spinosa che riguarda un servizio in particolare mandato in onda in prima serata.
All’indomani della puntata di Report sul servizio dedicato al 41bis, il direttivo delle Camere penali di Roma ha querelato Sigfrido Ranucci e il collega Giorgio Mottola.
L’accusa? Gravissime insinuazioni e diffamazioni che sfociano persino nella calunnia nei confronti di alcuni dei più apprezzati componenti della nostra associazione, incredibilmente additati a sospetto come possibili veicoli della diffusione al di fuori del carcere, di ordini criminali provenienti dai detenuti posti in regime di 41 bis.
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Ecco il commento di Sigfrido Ranucci alle accuse sul servizio dedicato al 41bis:
“I penalisti ci hanno anche accusato di aver divulgato un documento secretato. Report ha raccontato semplicemente fatti inerenti alle falle del 41 bis che sono state anche documentate da quella magistratura alla quale loro si rivolgono, e quel documento non era secretato. L’idea di un’anomalia alla base del fatto che un singolo avvocato possa avere centinaia di clienti tra i detenuti al 41bis non è un’idea di Report, ma della Commissione parlamentare antimafia che ha valutato il sistema di cui Report ha dato legittimamente conto, nel diritto libero dell’esercizio di critica e anche di cronaca”, ha commentato Ranucci.