25 aprile, La Russa al campo di concentramento di Praga: “Si sente antifascista?” Ecco cosa ha risposto

Nel giorno della Festa della Liberazione il presidente del Senato Ignazio La Russa ha visitato un campo di concentramento vicino Praga. L’esponente di Fratelli d’Italia, infatti, è stato a Terezin, che si trova a circa 50 chilometri da Praga. Durante la sua visita istituzionale, La Russa si è soffermato, molto colpito, davanti al piccolo dormitorio dove furono stipati 110 prigionieri, ha poi visto con i suoi occhi le stanze buie dentro le quali molti ebrei non trovarono altra via d’uscita che la morte.

“Una tragedia enorme”, ha detto La Russa davanti ai cronisti radunati lì per l’occasione. Poi il presidente del Senato ha fatto un breve tragitto a piedi fra le tombe. Ma quando gli viene detto che lì sono sotterrati migliaia di uomini e donne morti anche dopo la fine della guerra, per infezioni e malattie prese in precedenza, il presidente del Senato esclama: “Quindi non li hanno liberati. Allora li hanno ammazzati prima i nazisti e poi i comunisti”, ha sorriso. Gli è stato spiegato che in realtà è andata diversamente, che molti dovettero semplicemente rimanere per evitare di contagiare le proprie famiglie. Prima di avvicinarsi alla macchina per lasciare Terezin, però, a La Russa è stato chiesto se si sentisse antifascista, specialmente in un luogo come quello.

Lui non ha voluto rispondere ed è salito in auto. Poi il giornalista gli ha chiesto: “Che ne pensa delle parole di Mattarella sulla Costituzione?” E lui: “Le parole del Capo dello Stato sono sempre da condividire”.

In serata, tra l’altro, La Russa è stato a Porta a Porta da Bruno Vespa. Anche qui l’ennesima domanda: “Si sente antifascista?” E lui: “Dipende”. “Da cosa?” fa Vespa. “Dal significato che si dà alla parola antifascista. Già durante la Resistenza c’erano antifascisti bianchi, cattolici e rossi. Poi c’è stato l’antifascismo militante degli anni Settanta. In quel senso è difficile dare una risposta, ma se intende un no deciso al nostalgismo e alla dittatura, allora sì». Però, si badi, bisogna superare “tutte le dittature del secolo scorso”, specifica. E comunque “l’antifascismo è stato usato strumentalmente” ha concluso.

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