C’è un politico che ne ha passati di guai, negli ultimi anni. È Nicola Cosentino, ex coordinatore campano ed ex parlamentare di Forza Italia in carcere con una condanna a 10 anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Tra l’altro solo il 3 marzo scorso l’ex parlamentare aveva potuto esprimere la sua serenità perché proprio i supremi giudici avevano confermato “l’assoluzione nel processo “Il Principe e la scheda Ballerina”.
Ma cosa è accaduto? Ve lo spieghiamo subito.
Nella precedente inchiesta l’ex coordinatore campano di Forza Italia era accusato del reato di tentato impiego di capitali illeciti con l’aggravante mafiosa, in relazione alla costruzione a Casal di Principe (Caserta) di un centro commerciale voluto dal clan dei Casalesi, ma mai edificato. Cosentino era stato assolto dalla Corte di Appello di Napoli il 29 settembre 2020 per “non aver commesso il fatto”; la sentenza di secondo grado aveva ribaltato il verdetto dei giudici del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che avevano condannato Cosentino in primo grado a cinque anni e mezzo di carcere.
ULTIM’ORA – Arriva l’annuncio di Giuseppe Conte su costituente. “Abbiamo raggiunto…” – VITTORIA?!
“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
L’assoluzione nel processo “Il Principe” si era aggiunta a quella, anch’essa passata in giudicato, ottenuta nell’altro procedimento cosiddetto “Carburanti”, in cui Cosentino era imputato insieme ai fratelli, ed era finita sotto processo, su impulso della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, l’intera galassia delle aziende di carburanti della famiglia Cosentino; alla fine sono stati tutti assolti.
A carico dell’ex coordinatore campano di Forza Italia vi è una condanna definitiva a quattro anni per la corruzione di un agente della polizia penitenziaria del carcere napoletano di Secondigliano, in cui Cosentino ha trascorso la detenzione preventiva. In quello stesso processo era imputata ed è stata definitivamente assolta la moglie. Un’altra condanna definitiva è quella a dieci mesi perché riconosciuto colpevole di diffamazione e violenza privata nei confronti dell’ex governatore della Campania Stefano Caldoro.
Oggi, però, il verdetto è per una vicenda ben più grave, ovvero quella relativa al cosiddetto processo “Eco4” . In sostanza Cosentino è stato il referente politico nazionale del clan dei Casalesi, con il quale l’ex sottosegretario avrebbe stretto un patto di ferro per ottenere appoggio elettorale in cambio di un contributo ai camorristi. Fra le accuse ci sarebbero i favori relativi all’appalto vinto nel 1999 dai fratelli Orsi, imprenditori ritenuti vicini al clan Bidognetti.
Cosentino si è costituito giovedì sera nel carcere romano di Rebibbia, dopo che la Cassazione aveva confermato la condanna a 10 anni di carcere per concorso esterno in associazione camorristica. Tra i primi a commentare la notizia c’è stato Roberto Saviano, che sul suo profilo Facebook ha scritto: “Anni di inchieste e di articoli, anni di lotta alla connivenza tra centrodestra e criminalità, anni in cui si veniva zittiti con ogni mezzo (cosa che accade anche oggi): denunce, fango, accuse, insulti dei colleghi di partito. Nicola Cosentino mi portò addirittura a processo nel 2012, ma il Tribunale rigettò la richiesta di danni. Oggi la Cassazione conferma definitivamente, per Nicola Cosentino, la condanna a 10 anni: la battaglia portata avanti era giusta. Ora possiamo dirlo senza più temere querele, senza più temere intimidazioni da parte dei media nazionali dediti alla propaganda e di quelli locali che strizzano l’occhio ai clan: il governo guidato da Forza Italia mise un uomo della camorra come Sottosegretario all’Economia a gestire i fondi europei, ovvero la spesa pubblica più importante… Tutto ciò che abbiamo raccontato era vero!” si legge.