Guai per Meloni, confermata la condanna al senatore di Fratelli d’Italia: ecco chi è e cosa ha fatto

Non arrivano belle notizie per Fratelli d’Italia, il principale partito di governo guidato dalla premier Giorgia Meloni. Dopo le polemiche relative alle frasi di Lollobrigida, ma anche a quelle di La Russa e di alcuni esponenti del partito della Meloni, ecco che oggi è stata confermata anche in appello una condanna di un importante esponente di Fratelli d’Italia. Ecco chi è e cosa ha combinato.

Per capire la vicenda, dobbiamo andare per un attimo a Palermo, dove i giudici della corte d’appello hanno condannato l’ex deputato regionale ed ex sindaco di Catania e Cataldo Fiorenza del gruppo misto, Salvo Pogliese. Il motivo? Le famose “spese pazze” all’Ars. Nell’ambito dell’inchiesta sono stati assolti Giulia Adamo del Pdl, gruppo Misto e Udc, Rudi Maira dell’Udc e Pid, e Livio Marrocco, Pdl e Futuro e Libertà. Alcuni capi di imputazione sono caduti nel merito, altri invece per prescrizione.

Pensate che l’inchiesta della Procura iniziò addirittura nell’ormai lontano 2014. Più di ottanta, fra parlamentari regionali e impiegati dei gruppi parlamentari, finirono per essere indagati. Sotto processo, però, andarono solo i capigruppo in carica dal 2008 al 2012. Fra le spese contestate c’erano i soldi per comprare borse di lusso, gioielli e auto. E persino i soldi impiegati per pagare multe, fumetti e pandori come emerse dagli accertamenti dei finanzieri del nucleo Tutela spesa pubblica del Nucleo di polizia economico-finanziaria.

Salvo Pogliese, protagonista in negativo di questa storia, è stato condannato 2 anni e 3 mesi (aveva avuto inizialmente 4 anni e 3 mesi). L’attuale senatore di Fratelli d’Italia farà certamente ricorso in Cassazione: “Siamo parzialmente soddisfatti – dice l’avvocato di Pogliese, Giampiero Torrisi – perché la sentenza riconosce come legittime tutte le anticipazioni delle spese, ritenendo invece che Pogliese non avesse diritto all’indennità da 500 euro al mese come capogruppo. La Corte d’appello, fra l’altro, ha anche tolto la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici. Presenteremo ricorso in Cassazione dopo il deposito delle motivazioni della sentenza”.

Cataldo Fiorenza del Gruppo Misto, invece, è stato condannato a 2 anni e 2 mesi contro i 3 anni e 8 mesi del primo grado. Contestate le spese effettuate in supermercati e in farmacia, ma anche l’acquisto di un barbecue. Assolta Giulia Adamo. Era difesa dall’avvocato Luigi Cassata. Rudi Maira Udc e Pid è stato assolto da alcuni capi di imputazione mentre per una spesa di 2.000 euro è intervenuta la prescrizione. Era stato condannato a 4 anni e 6 mesi. Era difeso dall’avvocato Oriana Limuti. Livio Marrocco, Pdl e Futuro e libertà, è l’unico imputato totalmente assolto nel merito. Gli erano stati inflitti 3 anni. È difeso dagli avvocati David Castagnetta e Giovanni Di Benedetto.

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