Molte famiglie italiane si saranno sicuramente accorte che da un paio di mesi a questa parte (più o meno da marzo) l’Assegno Unico per i figli si è abbassato drasticamente in molti casi. La maggior parte delle persone si sta chiedendo il motivo: presto detto. C’entra l’Isee, non è una decisione dell’Inps, né tantomeno del governo in carica. Ecco tutto quello che bisogna fare per tornare a percepire l’Assegno Unico che ci spetta.
Partiamo dal presupposto che dall’anno in corso (2023) non occorre più presentare una nuova domanda per continuare a percepire l’assegno unico INPS per i figli a carico, a patto che non si renda necessario segnalare variazioni dei requisiti di spettanza (ad esempio la modifica della fascia ISEE, una nuova nascita o il raggiungimento dei 22 anni di età da parte di uno o più figli).
ULTIM’ORA – Arriva l’annuncio di Giuseppe Conte su costituente. “Abbiamo raggiunto…” – VITTORIA?!
“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
Per i beneficiari dell’Assegno Unico però resta obbligatorio aver presentato entro il 28 febbraio 2023 la dichiarazione sostitutiva unica (DSU) per il rilascio dell’ISEE, necessaria ai fini della rivalutazione dell’importo dell’assegno unico. Senza il calcolo dell’ISEE agli aventi diritto viene corrisposto a decorrere da marzo 2023, l’importo minimo previsto per il contributo. Ecco perché in molti avranno notato un Assegno Unico più basso, a partire dal mese di marzo 2023.
Se anche voi vi trovate in questa situazione, niente panico: in questo caso è necessario aggiornare l’ISEE entro il 30 giugno 2023 per ottenere gli arretrati calcolati in base alla propria fascia dal mese di marzo. Rinnovando la DSU dal 1° luglio in poi si riceveranno gli arretrati modulati in base all’ISEE solo a decorrere dalla data di presentazione della dichiarazione. Quindi, affrettatevi.
Chi non percepisce l’assegno unico e universale (anche in caso di richieste non accolte o non più attive) potrà invece presentare domanda tramite il sito dell’INPS, il contact center, i patronati o l’app INPS Mobile entro il 30 giugno 2023. Qualora la richiesta venga accolta, il contributo sarà riconosciuto a decorrere dal mese di marzo di quest’anno.