Pensavamo di non dover tornare a parlare di Matteo Renzi e delle ripercussioni dei suoi governi sulla situazione attuale. Però, oggi, vogliamo raccontarvi gli effetti catastrofici di una riforma che fece proprio l’attuale leader di Italia Viva e che riguarda il mercato immobiliare italiano. Leggete un po’…
Stando alle ultime rilevazioni della Corte dei Conti, aggiornate al 2021, sono 1.339 i contribuenti che approfittano della legge varata nel 2016 dal governo Renzi per chi trasferisce la residenza in Italia. È una tassazione agevolata che permette di pagare un’imposta forfettaria di 100mila euro, a prescindere dall’ammontare dei redditi prodotti all’estero. Sui proventi da partecipazioni non si paga nulla mentre per il reddito realizzato in Italia c’è uno sconto consistente, poiché contribuisce a definire la base imponibile (ossia la somma su cui si calcola il prelievo) solo al 30%. La quota scende al 10% per chi stabilisce la residenza in Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia.
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In altre parole, chi guadagna un milione di euro paga le tasse solo su 300mila euro in Lombardia e su 100mila euro in Sicilia. La misura era stata presentata come un modo per attrarre in Italia capitali e favorire investimenti. Ma nei primi anni di applicazione è servita soprattutto a rendere più conveniente gli ingaggi dei calciatori. Dal 2019 in poi, a fiutare l’affare sono stati anche i finanzieri britannici che, alle prese con le ricadute della Brexit, hanno iniziato a valutare altre opzioni. Persone estremamente facoltose eppure, in 5 anni, l’imposta ha fruttato solo 100 milioni di euro di gettito.
Come rileva la Corte dei Conti, “le scarne informazioni non consentono di conoscere l’ammontare dei redditi esteri sui quali agisce l’imposta sostitutiva, né le imposte ordinarie che sarebbero s tate effettivamente prelevate su tali redditi in assenza del regime sostitutivo (…). La disciplina appare principalmente indirizzata a favorire soggetti che possono ritrarre fonti di reddito da più paesi e che trasferiscono la propria residenza in Italia per finalità lavorative (come nel caso, probabilmente frequente, degli sportivi professionisti), residenziali o per altre ragioni, senza tuttavia esigere, come pure ci si sarebbe dovuto attendere, un tangibile collegamento con la realizzazione di investimenti produttivi nel Paese”.
In conclusione, l’imposta è stata quindi un maxi regalo per i ricchi che hanno portato temporaneamente la loro residenza in Italia per approfittarne, senza produrre nessun beneficio per la collettività. Gli anni d’oro, si fa per dire, sono stati il 2020 e il 2021, ossia quando la Brexit è diventata realtà. Nel 2020 sono arrivati in Italia 429 contribuenti che hanno scelto questa opzione fiscale, con un incasso per lo stato di 34 milioni di euro, nel 2021 si è saliti a 549 arrivi con un gettito di 44 milioni al fisco.