Di pensioni ci sentite parlare spesso nei nostri articoli. Oggi vogliamo informarvi su una notizia che ha lasciato di stucco parecchi cittadini e che riguarda la batosta ai pensionati da parte del governo Meloni. Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’argomento.
In sostanza, il governo italiano torna a fare cassa sulle pensioni. Ma non per rifinanziare Opzione donna, altra promessa tradita da questo esecutivo di centrodestra. Bensì per coprire una parte del decreto Lavoro varato la scorsa settimana in occasione del Primo maggio. In partica attingono ai fondi stanziati per l’anticipo pensionistico – l’Ape – riservato ai lavoratori precoci, a quanti cioè hanno svolto almeno 12 mesi di lavoro effettivo, anche non continuativo, prima dei 19 anni.
Non è la prima volta che il governo Meloni usa le pensioni per coprire altri provvedimenti. La cosa più grave è che ora lo fa agendo sulla Quota 41, così cara alla Lega di governo. Per questo tipo di Ape servono infatti anche 41 anni di contributi.
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Ma andiamo con ordine. Nel decreto Lavoro approvato dal Consiglio dei ministri il primo maggio e poi pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 5 maggio c’è un doppio prelievo sui fondi stanziati per l’Ape dei precoci. Un primo prelievo serve a coprire l’aumento dell’assegno unico per quei figli che hanno perso un genitore. All’articolo 22 si legge la sequenza del taglio al fondo per i precoci: 6,6 milioni nel 2023, poi 11,5 nel 2024, ancora 11,9 nel 2025, 12,3 nel 2026, 12,6 nel 2027, 13 nel 2028 e poi 13,4 milioni dal 2029. Trenta milioni in meno in tre anni, tanto per cominciare.
Il secondo prelievo serve invece come copertura generale al decreto e difatti è inserito nell’ultimo articolo, quello delle disposizioni finanziarie. Laddove si dice che vengono tolti altri 5 milioni all’anno dal 2025. Sembrano pochi ma già nella prima legge di bilancio del governo Meloni, sempre a questo fondo per i precoci, sono stati tagliati 80 milioni quest’anno, 90 milioni il prossimo e 120 milioni dal 2025. Considerando quindi il triennio 2023-2025 siamo a 325 milioni tolti al pensionamento anticipato di chi ha 41 anni di contributi e ha iniziato a lavorare da minorenne.
La cassa più importante fatta con le pensioni ovviamente – 10 miliardi in meno in tre anni, al netto delle tasse – è arrivata rivedendo il meccanismo di calcolo della rivalutazione delle pensioni all’inflazione: non più secondo un meccanismo progressivo per scaglioni, ma più penalizzante per fasce. Insomma, non proprio buone notizie per i pensionati italiani…