Del fatto che Pasquale Tridico potesse essere cacciato dalla guida dell’INPS ne avevamo già parlato la scorsa settimana in un precedente articolo. Come molti di voi sicuramente sapranno, il governo ha deciso di rimuovere i vertici INPS e INAIL per una riorganizzazione dei due Istituti. Lo stesso Tridico si è detto sorpreso della scelta del governo. Nel corso del programma tv di Lilli Gruber “Otto e mezzo”, Tridico ha voluto dire la sua. Vediamo cosa ha detto.
Il presidente dell’Inps ha iniziato il suo intervento in collegamento rispondendo a una domanda della Gruber: “Il mio mandato sarebbe scaduto il 15 aprile 2024. Non è tanto un attacco verso di me ma verso le istituzioni. È un attacco verso l’Inps, che tra l’altro ha una legge speciale che ne garantisce l’indipendenza e l’autonomia, perché commissaria addirittura anche il direttore generale. Quando sono arrivato nel 2019 il direttore generale era stato nominato dal mio predecessore ed è rimasto fino alla scadenza nel 2022, quando abbiamo nominato un nuovo direttore generale” ha spiegato Tridico.
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E ancora: “È un attacco a un’istituzione che ha fatto tanto in questo periodo, in modo indipendente e autonomo a sostegno del Paese gestendo la pandemia, garantendo quella trasformazione digitale che anche le altre amministrazioni portano avanti, che ha assunto 12mila persone in quattro anni, contrariamente a tante altre pubbliche amministrazioni, e che ha aumentato la produttività riducendo i tempi di liquidazione. Per questo è un atto scorretto”.
Così la riforma del governo si è trasformata – nell’accusa di Tridico – in un “atto scorretto” che minerebbe l’autonomia dell’ente. È vero, tutti i presidenti sono di nomina politica, come i miei predecessori. Il problema è usare uno strumento, il commissariamento, previsto per gli enti pubblici quando ad esempio sorgono problemi di mafia, gravi inefficienze oppure il cambiamento radicale di una governance, che viene utilizzato per anticipare le scadenze degli organi, è un atto scorretto e che mina l’autonomia. Perché mi hanno cacciato? Bisognerebbe chiedere ad altri” ha detto.
“Lo spoils system esiste, in genere ci sono novanta giorni di tempo per alcune agenzie e istituti dentro i quali il governo può nominare, ma non per Inps, che tra l’altro è posseduta per i due terzi del suo bilancio da sindacati e aziende”, ha proseguito l’economista calabrese, lamentando infine: “C’è un’influenza del potere politico nei confronti di un potere amministrativo che dovrebbe far riflettere i giuristi”. Poi però, dialogando con la Gruber, Tridico ha precisato: “Non penso di fare ricorso in nessun modo” ha concluso.
Nel dibattito sono tutti a loro modo contro il presidente del Consiglio. La politologa Nadia Urbinati critica l’approccio patriottico: “Non si capisce perché si debba ricercare l’italianità”, dice. E Beppe Severgnini, riferendosi alle nomine e all’incontro di Giorgia Meloni con Papa Francesco ironizza: “Giorgia Meloni Meloni si veste di bianco accanto al Papa, speriamo non punti anche a quel posto…”.