Non c’è dubbio che il tema dell’invio di nuove armi all’Ucraina stia creando non pochi problemi al governo italiano. Come al solito, però, a farne le spese sono sempre i cittadini. Giorgia Meloni, infatti, sull’Ucraina è pronta a seguire la via tracciata da Mario Draghi, con il presidente del Consiglio che avrebbe dato il via libera al quinto pacchetto di invio di armi da parte dell’Italia a Kiev.
Nelle stesse ore, fra l’altro, c’è stato un colloquio telefonico proprio tra Giorgia Meloni e Volodymyr Zelensky, con il presidente ucraino che avrebbe invitato la leader di Fratelli d’Italia a recarsi il prima possibile a Kiev. Meloni poi ha voluto confermare il suo “pieno sostegno alla causa della libertà del popolo ucraino”. Nonostante il cambio di governo, con Palazzo Chigi che accoglierà l’unica leader di opposizione del precedente esecutivo, la linea del nostro Paese in merito alla guerra in Ucraina appare essere destinata a non cambiare.
ULTIM’ORA – Arriva l’annuncio di Giuseppe Conte su costituente. “Abbiamo raggiunto…” – VITTORIA?!
“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
Sul Fatto Quotidiano di ieri si legge in prima pagina: “Armi, altro che reddito! Servono proiettili per l’Ucraina: 15 milioni nel decreto Lavoro “Per potenziare la filiera e rimpinguare le scorte inviate in Ucraina ecco nuovi fondi per i centri gestiti dall’Agenzia della Difesa”. D’altronde Giorgia Meloni lo ha ribadito più volte: inviare armi all’Ucraina non ha un costo per lo Stato e dire il contrario è solo “puerile propaganda”, visto che – sostiene – a Kiev mandiamo avanzi di magazzino. Così però non è, almeno secondo il M5S.
Su Facebook, infatti, il partito di Conte ha pubblicato un post alquanto emblematico sull’argomento: “Smantellano una misura che ha salvato dalla povertà milioni di persone e contemporaneamente stanziano fondi consistenti per finanziare l’industria bellica. Sempre peggio” si legge. Tra l’altro Il Fatto Quotidiano ha anche parlato del fatto che il governo Meloni aveva confermato Nicola Latorre alla guida dell’Agenzia industrie difesa, ente del ministero della difesa di Guido Crosetto.
Secondo il quotidiano di Marco Travaglio, il governo ha la necessità e si vuole sbrigare a costruire il prima possibile altre due fabbriche per le armi. Una denuncia che non deve certo passare inosservata.