Rai, la decisione del governo Meloni: ecco cosa succede ai giornalisti dei telegiornali

Dopo aver cambiato le carte in tavola per quel che riguarda i vertici Rai, il governo sta mettendo mano ai conduttori e giornalisti della tv pubblica. Vi avevamo già ampiamente parlato del futuro di Fazio e di altri importanti giornalisti Rai. Oggi andremo a fare il punto della situazione per quel che riguarda i telegiornali e in particolare dei conduttori.

Tutto sta nel prossimo consiglio di amministrazione, già fissato per giovedì 25 maggio. L’ad Roberto Sergio e il dg Giampaolo Rossi non si accontenteranno di proporre il turnover dei direttori nei telegiornali – necessari per abbinare l’informazione pubblica al colore della maggioranza nazionale – ma procederanno pure con i cambi alla guida dei Tg. Dagli approfondimenti all’intrattenimento, verrà completamente sostituito il motore di format e programmi in grado di plasmare i palinsesti a immagine e somiglianza della maggioranza di governo.

Un pacchetto corposo di nomine, mai così tante insieme, di cui vedremo le conseguenze già in settimana. Quelle nelle testate giornalistiche saranno sottoposte al voto, che tuttavia non dovrebbe riservare sorprese nonostante la ferma opposizione del Pd. Per le altre basterà invece una semplice comunicazione dell’ad, essendo il parere del Cda solo consultivo. Risultato? La destra a trazione Fratelli d’Italia farà l’en plein, Lega e Forza Italia occuperanno alcune postazioni strategiche, alla minoranza resteranno le briciole. Con il M5S in risalita rispetto all’era Draghi, che l’aveva molto ridimensionato.

Al Tg1, salvo sorprese dell’ultima ora, sbarcherà il capo dell’AdnKronos Gian Marco Chiocci, amico personale della premier Meloni, che è riuscito a spuntarla sull’attuale direttore del Tg2 Nicola Rao: un pezzo di FdI avrebbe preferito quest’ultimo, ma l’inquilina di Palazzo Chigi si è mostrata irremovibile. Nel gioco dei pesi e contrappesi, FI prenderà il Tg2 con Antonio Preziosi, che lascerà RaiParlamento a Giuseppe Carboni in quota grillina. Al Tg3 rimarrà Mario Orfeo, che presidierà il fronte dem. Come pure il meloniamo Paolo Petrecca a Rainews24.

La Lega conserverà la TgR con Alessandro Casarin direttore e Roberto Pacchetti vicario: quando fra un anno il primo andrà in pensione, gli subentrerà il secondo. E strapperà anche il Gr1, dove però c’è un derby in corso fra Angela Mariella (favorita dalle quote rosa, visto che le donne sponsorizzate dai sovranisti si contano sulle dita di una mano sola) e Francesco Pionati, ex parlamentare Udc folgorato sulla via del Carroccio. Chiunque vincerà la sfida, prenderà il posto di Andrea Vianello, dirottato a Rai San Marino. Al Gr2 arriverà Simona Sala, sospinta dai Cinquestelle. A RaiSport, su cui i lumbard avevano messo gli occhi, dovrebbe approdare invece Iacopo Volpi su input berlusconiano.

Stesso schema pigliatutto sui Generi. Agli approfondimenti giornalistici, in sostituzione di Antonio Di Bella, verrà promosso Paolo Corsini, che piace a FdI ma anche alla Lega. Idem al day time, dove salirà Angelo Mellone, intellettuale organico tendenza ministro Lollobrigida, come lui tifosissimo della Lazio. L’Intrattenimento di prima serata, la cassaforte che sovrintende fra gli altri al Festival di Sanremo, passerà a Marcello Ciannamea su indicazione di Matteo Salvini. Rao, rimasto senza Tg, dovrebbe trasferirsi alla Direzione Relazioni istituzionali.

Monica Maggioni, spostata dalla testata ammiraglia, prenderà il coordinamento editoriale finora guidato da Giuseppina Paterniti che va in pensione. All’Ufficio Studi l’azzurro Francesco Giorgino è dato quasi per certo, invece della grillina Claudia Mazzola destinata alla Comunicazione. Fiction, RaiCultura e RaiCinema per adesso non verranno toccate, in attesa della “madre di tutte le riforme”: un grande polo pubblico dell’audiovisivo, destinato a cambiare la narrazione e creare un nuovo immaginario. Dove la sinistra scompare e resta soltanto la destra.

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