Oggi era un giorno importante per la politica e la lotta alla mafia. Anzi, sarebbe dovuto essere un giorno importante perché era prevista l’elezione del nuovo presidente della commissione antimafia. Questa elezione in effetti c’è stata, ma non si può dire che il percorso della commissione forse più importante di sempre parta col piede giusto. Vediamo perché e cosa è successo oggi.
Diciamo subito che la nuova presidente della commissione antimafia è tale Chiara Colosimo, votata dalla maggioranza su indicazione della premier Giorgia Meloni. Ne avevamo già parlato in un precedente articolo: c’erano stati dei mal di pancia circa la nomina di Colosimo a presidente, ma oggi abbiamo l’ufficialità. È lei la nuova presidente della commissione, ma non tutti l’hanno presa bene. Anzi, tutta l’opposizione ha perfino abbandonato l’aula – Pd, M5S, Avs – contro la scelta di eleggere la meloniana Chiara Colosimo presidente.
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Sono caduti nel vuoto gli appelli dell’ex Guardasigilli del Pd Andrea Orlando, di Michele Gubitosa di M5S che aveva chiesto “un presidente di garanzia”. Con 29 voti è la nuova presidente della commissione parlamentare Antimafia. Chiara Colosimo quando prende la parola rivolge “il primo pensiero a Falcone” e parla del suo incarico come di “un onore indescrivibile”. Rispetto alle polemiche sulle sue antiche frequentazioni con esponenti condannati dell’estrema destra, in primis Luigi Ciavardini dei Nar, ribatte: “Nella mia vita hanno sempre parlato i fatti e le battaglie che ho fin qui condotto, invito i famigliari delle vittime qui, è casa loro. Non ho amicizie, ma ho espletato nella mia funzione di consigliere regionale anche il compito di incontrare i detenuti. Conosco Ciavardini perché lui è in una associazione che si occupa di reinserimento di detenuti” ha detto.
Le opposizioni sono poi rientrate in aula quando si è votato per i due vicepresidenti. Vengono eletti Mauro D’Attis di Forza Italia, con i 29 voti della maggioranza, mentre l’ex procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Rao, oggi deputato di M5S, passa con 13 voti, quelli di Pd, M5S e Avs. Stesso risultato per il segretario della commissione, il deputato dem Anthony Barbagallo. Con 30 voti viene eletto segretario anche Antonio Iannone di FdI. Il Pd sceglie il suo capogruppo, sarà il senatore Walter Verini. Le sue prime parole sono contro Colosimo, un’elezione che “rappresenta uno schiaffo che la commissione e questo Paese non meritavano. La maggioranza ha dimostrato sordità e chiusura. La commissione parte azzoppata e poco legittimata. Però le mafie ci sono e sono pericolose e sarà nostro compito fare in modo che questa commissione comunque non sia un’occasione persa”.
Posizione netta per l’M5S di Giuseppe Conte: “Se la maggioranza dovesse insistere sul nome che è circolato in questi giorni, il Movimento 5 Stelle non parteciperà al voto in segno di totale contrarietà alla scelta che si vuole portare avanti“. Perché “è irrinunciabile che per la presidenza venga indicata una figura che interpreti lo spirito della legge con cui abbiamo istituito la nuova Commissione” avevano detto i Cinque Stelle.
Per la pattuglia grillina a palazzo San Macuto “le polemiche di questi giorni sulla presidenza della commissione rischiano di compromettere la credibilità e l’autorevolezza di un’istituzione delicata e importante per la nostra democrazia”. Ed ecco il richiamo alla lettera inviata dalle associazioni delle vittime della mafia e del terrorismo e da Salvatore Borsellino. “Sono loro – scrive il M5S – che interpretano al meglio i valori della giustizia presenti nella nostra società. La commissione Antimafia è un pilastro dell’impegno istituzionale per la legalità, nel rispetto dei principi sanciti dalla Costituzione. Gli atti della commissione sono nella storia del lavoro investigativo contro le mafie” si legge.