Alessandro Di Battista prende carta e penna e scrive a Vasco Rossi. Ecco perché! – INEDITO

Alessandro Di Battista, figura nota per il suo attivismo politico e sociale, ha scritto una lettera accorata e intensa indirizzata a Vasco Rossi, uno dei rocker più amati e influenti d’Italia. L’appello, pubblicato nelle ultime ore, è una richiesta forte e sentita affinché il cantante utilizzi la sua voce per denunciare quella che Di Battista definisce senza mezzi termini “un genocidio in atto” nella Striscia di Gaza.

Un Appello Umano e Politico

Di Battista apre la sua lettera sottolineando l’urgenza della situazione a Gaza, dove, secondo le sue parole, ogni giorno si verificano massacri e stragi che coinvolgono anche i bambini. “Non si tratta di un’altra galassia, ma di una tragedia umanitaria che avviene a poche centinaia di chilometri dall’Italia”, scrive Dibba, evidenziando come questa realtà sembri invisibile agli occhi di molti, anestetizzati da una società distopica e controllata da poteri che silenziano le voci degli oppressi.

Di Battista cita un’inchiesta della BBC secondo cui Meta avrebbe manipolato i suoi algoritmi per limitare la diffusione di notizie provenienti dai territori palestinesi, accusando così i social media di essere complici nel silenziare un popolo già oppresso.

“Vasco, Usa la Tua Voce”

Nella lettera, Di Battista si rivolge direttamente a Vasco Rossi, elogiando il suo coraggio artistico e la sua capacità di influenzare l’opinione pubblica. “Hai fatto una carriera straordinaria grazie alla tua musica, alle tue parole e alla tua autenticità. Sei ascoltato, Vasco, in tutti i sensi. Hai il potere di fare opinione, e ora è il momento di usarlo.”

L’appello è chiaro: Di Battista chiede al rocker di prendere una posizione forte contro ciò che definisce una pulizia etnica in atto a Gaza. Non solo una dichiarazione estemporanea, ma un impegno costante e deciso. “Ogni secondo che passa è già troppo tardi”, scrive.

Un Genocidio Denunciato da ONG e Organizzazioni Internazionali

Nella sua lettera, Di Battista cita le più importanti organizzazioni umanitarie al mondo, da Amnesty International a Medici Senza Frontiere, che hanno definito la situazione a Gaza un vero e proprio genocidio. Le cifre che riporta sono drammatiche: solo nella prima settimana del 2025, secondo l’Unicef, l’esercito israeliano avrebbe ucciso almeno 74 bambini.

“Come padre, non posso fare a meno di pensare che quei bambini potrebbero essere i miei figli”, scrive Di Battista, aggiungendo che la sofferenza dei più piccoli è insopportabile e inaccettabile.

“Le Tue Parole Possono Fare la Differenza”

Di Battista conclude il suo appello con un invito a Vasco Rossi a fare ciò che gli riesce meglio: parlare, cantare, urlare, denunciare. “Sei il rocker dei record, hai la forza per prendere posizione. È un tuo dovere morale.”

Nelle ultime righe, cita un brano iconico del rocker di Zocca: “Gli spari sopra sono per noi”, sottolineando come quelle parole siano ancora tristemente attuali.

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LA LETTERA COMPLETA:

“Caro Vasco Rossi,
è passato oltre un anno dall’inizio delle carneficina a Gaza. Ogni giorno nuove stragi, ogni giorno decine di bambini fatti a pezzi. Tutto questo non avviene in un altro pianeta o in un’altra galassia. Avviene ora su una sponda del nostro stesso mare, a poche centinaia di km di distanza in linea d’aria dall’Italia.
Mi sembra di vivere in un mondo distopico, in una gigantesca matrix dove moltissimi cittadini/consumatori (anche di notizie) vivono in balia di diktat altrui. Pensa, anche i social media, un tempo luoghi certamente più liberi di molti giornali, si sono trasformati in centri di potere e controllo. Non lo dico io, non lo dicono i complottisti. Lo dice la Bbc. La Bbc ha pubblicato un’inchiesta secondo la quale Meta è intervenuta sugli algoritmi per limitare le notizie provenienti dai territori palestinesi. In pratica hanno silenziato la voce degli oppressi. Sì, oppressi.
Non esiste alcun popolo al mondo più oppresso dei palestinesi. Senza un Stato riconosciuto da gran parte del cosiddetto mondo libero, senza il diritto all’autodeterminazione, senza il diritto alla terra, senza una moneta propria, adesso senza neppure il diritto alla sopravvivenza dato che la stragrande maggioranza dei bambini di Gaza pensa che la morte sia un’eventualità imminente. Vasco, solo nella prima settimana del 2025 l’esercito israeliano ha ucciso almeno 74 bambini. Sono dati riportati oggi dall’Unicef.
Vasco, hai fatto (e continuerai a fare) una carriera eccezionale. Ci sei riuscito grazie alle tue qualità, alle tue canzoni, ai testi (spesso coraggiosissimi) delle tue opere d’arte. Sei una persona influente, ascoltata, in tutti i sensi. Le tue, spesso sacrosante, polemiche con il governo vengono riprese sistematicamente da molti giornali. Le tue parole vengono lette, analizzate, dibattute. Hai la possibilità, insomma, di fare opinione.
Vasco, te lo chiedo con il cuore. Prendi posizione ORA contro il genocidio in atto. Fallo ORA, fallo con forza e fallo con costanza. E’ la costanza che fa la differenza. Ogni secondo che passa è già tardi. Cosa c’è di più importante al mondo che prendere posizione contro un genocidio, contro, dunque, un deliberato tentativo di annientamento totale o parziale di un intero gruppo etnico? Per me nulla…. Continua
Anche io, come te, ho dei figli. Ogni giorno penso che i bambini palestinesi potrebbero essere figli miei. Quando di notte, magari dopo essermi svegliato e aver ripostato immagini terrificanti che mi arrivano da Gaza, vado in cameretta loro a rimboccargli le coperte, penso sempre che sono identici ai bambini palestinesi che, ripeto, su una sponda del nostro stesso mare, aspettano di morire di bombe, di pallottole sparate dai cecchini, di droni che li inseguono, di fame, di sete, di freddo. Non li facciamo morire anche di silenzio.
Tutte le più grandi ONG al mondo hanno ormai preso posizione e parlano apertamente di GENOCIDIO. Amnesty International, Human Rights Watch, le agenzie delle Nazioni Unite. Medici Senza Frontiere, il cui personale è sul campo a Gaza e vede cose inimmaginabili, parla apertamente di “pulizia etnica”.
Vasco, la lotta al terrorismo è un pretesto, una scusa, una fake news. L’obiettivo, ripeto, è annientare un popolo, un popolo di bambini tra l’altro. Prendi posizione Vasco. Parla, canta, urla, denuncia. Mi permetto di dirti che è un tuo dovere farlo.
Sei il rocker che vanta il primato del concerto con il numero maggiore di spettatori paganti al mondo (peccato non esserci stato). Hai la forza per prendere posizione Vasco. Ti lascio con qualche parola ascoltata da qualche parte.
“Voi abili a tenere sempre un piede qua e uno là
Avrete un avvenire certo in questo mondo qua
Però la dignità dove l’avete persa?
E se per sopravvivere, qualunque porcheria
Lasciate che succeda e dite non è colpa mia
Sorridete, gli spari sopra, sono per noi”
Con stima e speranza, un tuo fan”

Una Richiesta di Impegno Sociale

L’appello di Di Battista a Vasco Rossi è molto più di una lettera: è una richiesta accorata affinché una figura pubblica del calibro del rocker possa contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica su una delle crisi umanitarie più drammatiche dei nostri tempi. Ora, la palla è nelle mani di Vasco. Risponderà all’appello?

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