Alessandro Di Battista senza freni sull’elezione di Trump, stampa, Harris e futuro. IL VIDEO DA VEDERE

Alessandro Di Battista, politico e reporter italiano noto per le sue posizioni critiche verso l’establishment, ha recentemente espresso il suo disappunto riguardo alla narrativa mainstream sulle elezioni americane, evidenziando quello che considera un movimento di sostegno unilaterale dei media verso l’attuale vicepresidente americana e altre figure politiche statunitensi. Di seguito, riportiamo le sue dichiarazioni sul suo canale Youtube.

L’Appoggio dei Media all’Establishment Americano Di Battista ha criticato duramente l’approccio di giornali come La Repubblica, che, a suo dire, mettono in risalto figure come la vicepresidente Kamala Harris in modo acritico, dipingendola come un simbolo di progresso per i diritti civili e una paladina delle donne. Tuttavia, secondo l’ex deputato, Harris rappresenta in realtà l’establishment statunitense, complice delle politiche estere e interne che hanno caratterizzato gli ultimi anni, comprese le guerre e le missioni umanitarie, dietro cui si celano interessi economici e di potere.

Di Battista sottolinea come le elezioni americane siano spesso accompagnate da un apparato mediatico che manipola l’opinione pubblica, favorendo un movimento uniforme che supporta i candidati dell’establishment, sostenuti anche da figure di spicco del mondo dello spettacolo. Tale schieramento unanime è, a suo avviso, un segnale di preoccupazione, poiché una così forte spinta da parte dello “status quo” americano rischia di oscurare altre voci e opinioni.

L’Arroganza del Potere e il Declino della Democrazia Americana Secondo Di Battista, l’establishment americano, con la sua arroganza, si è “acceccato”, ignorando i bisogni di milioni di cittadini e alimentando così un movimento di opposizione. Per lui, gli Stati Uniti hanno ormai perso la loro funzione di modello democratico, essendo diventati un Paese che si arricchisce attraverso le guerre e l’invasione di altre nazioni, spesso mascherate da interventi umanitari.

Il dibattito politico nelle elezioni presidenziali americane recenti è stato, a suo avviso, una “vergogna”, caratterizzato da insulti e attacchi personali, senza una reale discussione sui temi importanti per il Paese e per il mondo. Di Battista ha evidenziato come l’attuale sistema politico e mediatico americano favorisca il conflitto e ignori i problemi reali, allontanandosi dall’idea originaria di democrazia.

Il Complesso Militare-Industriale e il Potere dell’Industria Finanziaria Di Battista richiama un discorso del presidente Eisenhower, che nel 1961 mise in guardia gli americani sui pericoli del “complesso militare-industriale” e del suo crescente potere. Questo sistema, secondo Di Battista, è ancora più influente oggi, poiché al potere militare si è aggiunto quello finanziario. Le grandi industrie delle armi sono ormai possedute da colossi finanziari, e le decisioni che riguardano la politica estera non vengono più prese esclusivamente dalla Casa Bianca o dal Congresso, ma dalle lobby militari e finanziarie.

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Per Di Battista, questo intreccio di interessi economici e politici rappresenta una minaccia per la democrazia e per la pace internazionale, un “fascismo del nuovo millennio” che si impone con arroganza sui popoli, portando avanti un modello basato sul controllo e sulla guerra.

Una Società Complicata e la Violenza Endemica Di Battista riflette anche sul contesto interno statunitense, evidenziando come la diffusione delle armi e la violenza siano un problema endemico. Ricorda, infatti, che ben quattro presidenti sono stati assassinati mentre erano in carica, a dimostrazione di come la violenza faccia parte della cultura americana. La frequenza di attentati e omicidi, non solo di presidenti ma anche di candidati, mostra un lato oscuro degli Stati Uniti, un Paese dove il rischio di violenza politica è sempre presente.

La Libertà di Stampa negli Stati Uniti e la Critica al Giornalismo Italiano Un aspetto positivo che Di Battista riconosce agli Stati Uniti è la libertà di stampa, considerata più autentica rispetto a quella europea, e in particolare rispetto a quella italiana. Nonostante le problematiche che affliggono la società americana, Di Battista ammette che il giornalismo negli Stati Uniti, per quanto possa essere influenzato, è ancora più libero e critico di quello italiano. Come esempio, nota come negli Stati Uniti il giornalismo possa essere scomodo e critico verso il potere, mentre in Italia si tende spesso a celebrare e onorare le figure pubbliche, anche quando non è meritato.

La Sua Visione sull’America: Luci e Ombre Di Battista conclude riconoscendo che, nonostante i problemi, la società americana presenta alcuni aspetti positivi, come l’innovazione e un certo grado di libertà personale. Tuttavia, non riesce a vedere gli Stati Uniti come un esempio di democrazia a cui aspirare. Anzi, considera il sistema politico americano fortemente influenzato dalle élite economiche, a tal punto da non poter più parlare di una vera democrazia.

In sintesi, le dichiarazioni di Di Battista riflettono un profondo scetticismo verso l’attuale sistema politico e mediatico americano, visto come uno strumento nelle mani di potenti lobby finanziarie e militari. Questo sistema, secondo lui, costituisce una minaccia per la democrazia e la pace globale, rendendo gli Stati Uniti un esempio da cui prendere le distanze, piuttosto che un modello da seguire.
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