Non c’è giorno che passi in cui non si chieda, a Elly Schlein e a Giuseppe Conte, se c’è la possibilità che in futuro PD ed M5S possano allearsi alle elezioni. In tal senso è interessante farvi vedere il sondaggio pubblicato oggi su Repubblica in cui si chiede agli intervistati di dire la propria opinione su un’eventuale alleanza fra questi due partiti. Ecco cosa dicono i dati.
A poco più di due mesi dalla proclamazione come segretaria, è interessante capire come è percepito il nuovo Pd di Schlein, non solo dai suoi votanti attuali e dagli italiani in genere, soprattutto da quel target a cui deve puntare per confermare la sua leadership, cioè gli ex elettori Pd (da riprendere) e i votanti M5S (diretto concorrente in molte posizioni politiche).
Oggi, infatti, il Partito democratico consolida il 21% dei consensi con un aumento di circa 4 punti dal giorno delle primarie, ma il risultato che potrebbe veramente far cambiare il corso è dato dal suo bacino potenziale che arriva fino al 30%. Il delta del 9% fra voto reale e probabile è costituito per quasi la metà (+5%) da ex sostenitori del Pd, mentre per il rimanente 4% da nuovi elettori. Non sarà facile affascinare questo 9% di italiani, attenti alle mosse di Elly Schlein per decidere se appoggiare o meno il nuovo Pd.
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La chiave perché diventino voti espressi nelle urne sta nella capacità della nuova segreteria di dare voce ai giovani, ai disoccupati, ai lavoratori e a chi è in difficoltà economica. Il minus è che solo all’interno dell’elettorato dei democratici vi è la convinzione che possa riuscirvi. Gli ex, invece, credono l’esatto contrario ma al contempo lo sperano, rimanendo in attesa degli sviluppi. È da evidenziare però che al Pd di Elly viene già riconosciuta la capacità di rappresentare le istanze del mondo femminile. Al di là del potenziale del 30%, è da notare la particolarità del dato che tra gli italiani, almeno una volta nella vita, il 40% ha votato dem. Oggi è la quasi totalità di chi vota Pd a guardare al nuovo corso con curiosità positiva e a ritenere che il partito sarà più forte di prima. Con proporzioni differenti, questa predisposizione verso la neo-segretaria è condivisa anche dalla maggioranza degli italiani, ma soprattutto da circa 1/3 dei Pentastellati e dal 42% di coloro che hanno smesso di votare i dem.
Tra l’altro se si chiede agli intervistati (ex dem e votanti M5S) di valutare la credibilità, circa 1/4 dei 5 Stelle ed il 37% degli ex pensano che adesso la reputazione sia aumentata. Unico concreto ostacolo al nuovo corso sembra, secondo l’opinione generale, il timore che, a lungo andare, siano “i cacicchi ed i capibastone interni” a indebolire la leadership, proprio coloro che Schlein ha dichiarato di voler estirpare dal partito. Nel complesso ciò che è avvenuto con l’elezione della neo-segretaria è un riposizionamento nell’immaginario collettivo dei cittadini. La maggioranza degli italiani, per esempio, ritiene che il partito guidato dalla Schlein in futuro sarà più forte di oggi. Un’opinione condivisa anche dal 28% dei votanti 5S e dal 40% degli ex elettori Pd – si legge su Repubblica.
Per quanto riguarda gli scenari è interessante notare che ad una alleanza con il partito di Giuseppe Conte sarebbero favorevoli il 63% degli elettori del PD, il 71% di quelli del M5S ed il 60% di coloro che non votano più il Partito Democratico. Indicatore questo di come gli elettori (reali e potenziali) richiedano un vero e proprio cambio di rotta anche nella tattica e non solo nelle proposte politiche. Maggiore resistenza si registra sull’ipotesi di cambiare nome al partito.
Infine, si è proposto agli elettori, se si votasse in un ipotetico ballottaggio per eleggere il Presidente del Consiglio, di scegliere fra Giorgia Meloni ed Elly Schlein. A vincere questo confronto diretto sarebbe di poco l’attuale premier con il 53% dei consensi, mentre la neo-segretaria si fermerebbe al 47 per cento.