Nei giorni scorsi vi avevamo già raccontato le parole di Alessandro Sallusti in tv da Lilli Gruber. Commentando l’alluvione avvenuta in Emilia-Romagna, infatti, il direttore di Libero ha paragonato la vicenda a quella del Vajont. Una gaffe clamorosa, che ha fatto molto discutere, anche perché Sallusti aveva anche detto che “ci vuole più cemento”. Una frase che lascia interdetti, anche perché era evitabile in un momento come questo. Ma vediamo cosa ha risposto Andrea Scanzi alle parole di Sallusti.
Come al solito Scanzi ha fatto una diretta Facebook per aggiornare i suoi fan e dire la sua su questa assurda vicenda. Nel video Scanzi si scaglia a gamba tesa contro il direttore di Libero, ricordandogli come la tragedia del Vajont fosse tutt’altra cosa rispetto a quella raccontata da Sallusti a Otto e mezzo.
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Secondo Sallusti il disastro del Vajont risale a prima del 1960. E non al 1963, come riportato da sempre nelle cronache (9 ottobre 1963) e a provocarlo fu un’alluvione e non la tracimazione dell’acqua contenuta nel bacino artificiale della diga, dovuta alla precipitazione di una grande massa di terreno e roccia del monte Toc nell’invaso della diga che la Sade (Società adriatica di elettricità) aveva costruito per farne un bacino artificiale destinato ad alimentare il progetto “Grande Vajont” per la produzione di energia elettrica. E dunque fu colpa del caso e della natura e non dell’azienda costruttrice che ignorò gli allarmi dei geologi.
Sempre secondo Sallusti, nella tragedia del Vajont morirono quasi mille persone e non le 2018 vittime che la cronaca riporta da sessant’anni. E in ultimo il direttore di Libero ci dice il Vajont (Pordenone) si trova “poco lontano da lì” (zona romagnola alluvionata). Geniale la conclusione di Sallusti: “Il problema in Emilia è che forse dovevano mettere un po’ più di cemento. Quando la natura decide, accade ed è sempre accaduto”.
Scanzi allora ha cominciato a smontare pezzo dopo pezzo la tesi sallustiana. Ecco il suo video: