Durante la pandemia, Giorgia Meloni prometteva 1000 euro con un semplice click, ma oggi, in Emilia Romagna, le promesse sembrano lontane dalla realtà. A parlare è un piccolo imprenditore che, in diretta a Piazzapulita da Corrado Formigli, ha espresso tutto il suo disappunto e la sua frustrazione per i mancati aiuti dopo l’alluvione dell’anno scorso.
“Adesso un set di mobili costa 15-16 mila euro. Chi riesce a dare una casa con 6 mila euro?” chiede l’imprenditore, evidenziando l’insufficienza dei risarcimenti. Alla domanda su quanto avesse ricevuto di ristoro dall’ultima alluvione, risponde amaro: “1600 euro. Non ci credo ancora, non abbiamo visto nemmeno un centesimo di quanto promesso. È stato creato un ingranaggio burocratico complicatissimo per ottenere i rimborsi, non si trovano tecnici per fare le perizie e la situazione è diventata insostenibile.”
L’imprenditore racconta come, nonostante i danni subiti, sia stato lui stesso a rimboccarsi le maniche per rimettere in piedi la sua attività, con poco o nessun aiuto esterno. “Abbiamo sistemato tutto da soli o quasi, ma le strade hanno problemi, i fiumi esondano a ogni pioggia intensa. E i ristori? Sono bloccati in una burocrazia infinita.”
Con tono frustrato, prosegue: “Il presidente del Consiglio prometteva il 100% dei rimborsi, ma ancora non vediamo nulla. Non riesco a capire perché non comprendano quanto sia difficile affrontare la burocrazia che loro stessi impongono. Siamo stati lasciati soli.”
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L’imprenditore si sente tradito e abbandonato da un sistema che, a suo dire, non ha tenuto conto delle difficoltà reali delle persone colpite. “Spero che questi famosi soldi arrivino davvero, ma al momento non c’è nulla di concreto. La situazione è disperata e chi dovrebbe aiutarci non sembra rendersi conto delle difficoltà che stiamo vivendo.”
Il suo appello si conclude con una nota amara, un grido d’aiuto che spera non resti inascoltato: “Ci sentiamo traditi. Le promesse sbandierate in televisione non corrispondono alla realtà che stiamo vivendo. Noi non chiediamo elemosine, ma ciò che ci è dovuto per poter ricominciare a vivere e lavorare dignitosamente.”
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