L'editore e deputato della Lega Angelucci ha disertato il 99,5% delle sedute, ma Salvini lo ha salvato. Ecco quanto ha dato al partito.
Lo riporta oggi Il Fatto Quotidiano. Il deputato leghista Antonio Angelucci è il re delle cliniche private nonché editore dei giornali di destra. Libero, Il Giornale e il Tempo tramite la Tosinvest, tanto per dirne tre. È il secondo onorevole per numero di assenze della Camera dei deputati. Sì, avete capito bene. Nonostante questo, grazie a una concessione della Lega di Matteo Salvini, nella maggior parte dei casi risulta “assente giustificato” a Montecitorio. Questo significa che in molti casi ha continuato a incassare la diaria, cioè il rimborso spese per il soggiorno di cui godono deputati e senatori. Il motivo di questa licenza sarebbe semplice. Angelucci sarebbe uno dei più generosi finanziatori del partito (50 mila euro), hanno detto due dirigenti del Carroccio che chiedono l’anonimato per parlare della questione.
50mila euro alla Lega
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Se ne era parlato anche nell’estate precedente alle ultime elezioni politiche. Antonio Angelucci, classe 1944, sarebbe tornato in Parlamento ma non più sotto le insegne di Forza Italia, bensì della Lega. Alla Camera Angelucci è uno dei parlamentari più ricchi: nell’ultima dichiarazione dei redditi aveva un imponibile di 3,75 milioni di euro. Il problema è che ha accumulato assenze sia nella passata che in questa legislatura. Nella legisltaura ancora precedente (2013-2018) era lui il deputato più assente.
Nato in provincia dell’Aquila, si trasferisce a Roma dopo l’adolescenza con la sola licenza media. Lavora dapprima come commesso di una farmacia, in seguito come portantino presso l’ospedale San Camillo. Apprese le necessarie conoscenze sul mondo sanitario, entra in società con altri imprenditori e politici in una vecchia casa di cura di Velletri. Inizia a coltivare anche i rapporti con il mondo politico, da Gianfranco Fini a Massimo D’Alema. Negli anni ’90 acquisisce Cofiri, insieme alla famiglia Merloni. Entra nel capitale del Mediocredito Centrale, ha un ottimo rapporto con il banchiere Cesare Geronzi e con la Banca di Roma.
Nel 2000-2001 suscita scandalo la vicenda dell’Ospedale romano, sulla via Laurentina, appartenente all’Istituto San Raffaele di Milano. Dopo un contenzioso, viene venduto dall’istituto diretto da Don Verzè alla famiglia Angelucci per un importo di molto inferiore a quanto pochi mesi dopo fu pagato dalla Regione Lazio. Su questa vicenda vi furono inchieste giudiziarie e interrogazioni parlamentari. Dalla fine del 2008 la famiglia Angelucci ha fatto parte del capitale azionario di Alitalia. Poi l’ingresso anche in politica.