Il dibattito sulle esportazioni di armi verso Israele si è intensificato in Italia, con il Movimento 5 Stelle (M5S) che ha avanzato una richiesta formale per fermare il flusso di armamenti verso Tel Aviv. Il contesto è la crescente tensione nella regione mediorientale, con i carri armati israeliani ammassati al confine con il Libano, pronti a creare una fascia di sicurezza che, secondo i rappresentanti del M5S, non risolverà le problematiche di sicurezza per Israele e rischia di innescare un conflitto su vasta scala, coinvolgendo anche le milizie iraniane.
Il presidente del M5S, Giuseppe Conte, insieme ai capigruppo del partito nelle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato, ha espresso una forte preoccupazione per la situazione. In una dichiarazione rilasciata il 30 settembre, Conte, il vicepresidente del Movimento Riccardo Ricciardi, il senatore Bruno Marton e il deputato Marco Pellegrini hanno duramente criticato le politiche belliche del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, definendolo un “criminale di guerra”. Hanno sottolineato che l’azione israeliana, invece di garantire la sicurezza degli abitanti del nord di Israele, potrebbe provocare l’intervento delle milizie iraniane e far esplodere un conflitto su vasta scala.
Il M5S accusa anche gli Stati Uniti e l’Europa, inclusa l’Italia, di continuare a fornire armi a Israele, nonostante le crescenti preoccupazioni internazionali per le azioni militari nel Medio Oriente. La nota del Movimento evidenzia come “gli Stati Uniti, che a parole si dicono preoccupati, continuano ad armarlo, e lo stesso fa l’Europa, e anche l’Italia, che non ha mai interrotto il suo export di armi verso Tel Aviv”. Secondo il M5S, questa complicità nella fornitura di armamenti contribuisce a perpetuare il conflitto, senza apportare benefici concreti né al popolo israeliano né alla stabilità della regione.
Nel dettaglio, il Movimento 5 Stelle ha chiesto un’azione immediata, esortando il governo italiano a interrompere la fornitura di armi a Israele, come previsto da una risoluzione del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite approvata il 5 aprile scorso. In quella risoluzione, infatti, si invitavano gli Stati membri a sospendere l’export di armi verso le parti coinvolte nei conflitti, in particolare nei casi di violazione del diritto internazionale.
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In aggiunta, il M5S ha annunciato che nella risoluzione parlamentare in vista del prossimo Consiglio europeo di ottobre inserirà un impegno al governo italiano affinché proponga a Bruxelles un embargo europeo sulle armi a Israele. Il Movimento spera che questa iniziativa riceva il sostegno politico più ampio possibile, sottolineando come sia fondamentale per fermare quella che definiscono la “follia bellicista” del governo Netanyahu.
L’appello del M5S riflette una crescente preoccupazione per l’escalation del conflitto, chiedendo un cambio di rotta nella politica estera italiana e un’azione concreta da parte dell’Europa per contribuire alla pace e alla stabilità in Medio Oriente. La richiesta del M5S rappresenta una sfida per il governo italiano, che dovrà decidere se proseguire nelle relazioni commerciali e militari con Israele o prendere una posizione più dura sulla base delle raccomandazioni delle Nazioni Unite e delle pressioni interne.