Arrestata la sorella di Matteo Messina Denaro. Ecco come ha coperto la latitanza del super boss

I carabinieri del comando provinciale di Trapani hanno arrestato Rosalia Messina Denaro, sorella del super boss di Castelvetrano catturato il 16 gennaio e ora rinchiuso nel carcere de L’Aquila. In azione anche lo Squadrone eliportato Cacciatori di Sicilia. L’arresto è stato eseguito su disposizione del gip del tribunale di Palermo, che ha accolto la richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo siciliano.

La sorella del boss è indagata per associazione mafiosa. L’arresto di oggi rientra nelle indagini che hanno consentito la cattura del padrino di Castelvetrano un mese e mezzo fa, all’esterno di una clinica di Palermo, dove si recava per curare un tumore. Quel giorno finì agli arresti anche l’autista del boss, Giovanni Luppino, accusato di favoreggiamento a Cosa nostra. In carcere anche il geometra di Campobello di Mazara Andrea Bonafede, l’uomo che prestò la sua identità al boss e che ora deve rispondere di favoreggiamento alla mafia.

In un pizzino nascosto Rosalia Messina Denaro aveva appuntato dettagli rilevanti sulla malattia del fratello.

Il pezzo di carta sarebbe stato fotografato dai Ros e rimesso al suo posto fino ad oggi quando i militari sono tornati a Castelvetrano per arrestare Rosalia Messina Denaro.

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Dalle indagini risulta che la sorella avrebbe aiutato per anni il fratello a sottrarsi alla cattura e avrebbe gestito per suo conto la “cassa” della “famiglia” e la rete di trasmissione dei ‘pizzini’, consentendo così al capomafia di mantenere i rapporti con i suoi uomini durante la sua lunga latitanza.

Il gip evidenzia: “Rosetta ha negli anni ha svolto il ruolo forse più affidabile: quello di referente per tutti gli affari e quello di fedele detentrice del denaro contante, cioè di quelle somme oggetto di provenienza illecita che la stessa incassava periodicamente, parte delle quali faceva pervenire al fratello per consentirgli a sua volta di sottrarsi all’esecuzione della pena e di continuare a svolgere, anche grazie a quelle risorse economiche, le funzioni apicali in Cosa nostra” ha concluso.

Per gli inquirenti: “Rosalia Messina Denaro è a tutti gli effetti una componente della mafia.

 La sorella del boss viene descritta come una: “paziente tessitrice dei conflitti tra i parenti, riservata veicolatrice delle decisioni del latitante su questioni di carattere familiare, nonché vera e propria cassiera, incaricata dal fratello di ricevere ingenti somme di denaro, di custodirle, rendicontarle e all’occorrenza distribuirle”.

Nell’abitazione è stato trovato un altro ‘pizzino’ attribuibile all’evidenza, all’allora latitante con su una scritta in cui il padrino ricorda al destinatario: “l’esistenza di una grossa provvista 64.100mila e le spese già affrontate 12.400mila con riferimento ad un periodo appena trascorso”. Messina Denaro avrebbe poi ordinato: “per il prossimo periodo devi spendere di nuovo 12.400mila”.

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