Dopo Matteo Messina Denaro era la cosiddetta “primula rossa” delle mafie in Italia. Lui è Pasquale Bonavota e i carabinieri lo hanno arrestato a Genova questa mattina. Ha 49 anni ed è nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità facenti parte del “programma speciale di ricerca” del ministero dell’Interno.
Bonavota era ricercato per un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nell’indagine Rinascita-Scott del Ros, dal gip di Catanzaro. È ritenuto responsabile di associazione mafiosa come promotore della cosca omonima rientrante nella locale di ‘ndrangheta di Sant’Onofrio.
Pasquale Bonavota era l’unico soggetto rimasto in stato di latitanza dopo l’esecuzione dell’operazione Rinascita-Scott che il 19 dicembre 2019, ha portato all’arresto di 334 soggetti ritenuti appartenenti alle strutture di ‘ndrangheta della provincia vibonese. Le indagini sono state coordinate dalla Procura della repubblica – Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri.
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Bonavota era noto come il “boss bambino”: già a 16 anni, per fronteggiare una faida familiare che stava sterminando la sua famiglia, girava con una pistola in tasca e annunciava vendette contro i rivali. A Genova, dove è stato fermato stamattina, la sua “famiglia mafiosa” aveva dislocato da anni una struttura di ‘ndrangheta.
La sua carriera criminale era iniziata in Calabria e proseguita in Piemonte tra Moncalieri e Carmagnola, dove era stato assunto tra il 2015 e il 2016 in una ditta edile in provincia di Torino intestata a un prestanome delle cosche. I Bonavota avevano anche aperto un bar a Moncalieri, cittadina di 60 mila abitanti alle porte di Torino, dove da tempo ci sono altre famiglie vibonesi e dove il latitante e la sua famiglia potevano godere dell’appoggio di alcuni fedelissimi tra cui Antonio Serratore.