Il 17 gennaio Pierfrancesco Diliberto noto come PIF, ospite al noto programma “Cartabianca” condotto da Bianca Berlinguer, ha commentato i selfie del boss Messina Denaro che da giorni girano sul web, nel corso del programma interviene anche Nino di Matteo esplicitando i suoi dubbi.
PIF Ironicamente afferma: “anche un Mario Giordano stava proprio per mettere pure un like su un tweet di Salvini proprio all’apoteosi della gioia… no ma perché era come dire il successo dello Stato ecco in quel momento siamo veramente tutti uniti perché è una vittoria con lo Stato contro la mafia e certo noi palermitani siamo abituati a vedere i mafiosi latitanti non ci stupisce. In Italia a chi si fa un selfie mi verrebbe voglia di scrivere di nuovo la mappa e ci sono d’estate perché c’è sempre la seconda parte perché davanti al selfie persino Matteo Messina Denaro cede al selfie io questo proprio pensavo di morire prima e si scambia i messaggini con le pazienti che erano in cura lì” conclude.
Nel corso del programma interviene il Magistrato Nino di Matteo per commentare l’arresto del boss: “No io come tanti altri magistrati abituati a occuparci di queste cose sono stato sempre convinto che poteva anche stare in Sicilia però obiettivamente devo dire la verità sono rimasto sorpreso dall’apprendere che stava a casa sua cioè le modalità della latitanza sono proprio tipiche di chi si sente sicuro si sente protetto e questo è particolarmente inquietante se si pensa alla quantità e l’importanza dei segreti che Matteo Messina Denaro conosce e quindi del potenziale ricatto nei confronti dello Stato perché Matteo Messina Denaro lo dicono le sentenze definitive sicuramente conosce il motivo per il quale ad esempio omicidio di Giovanni Falcone che doveva essere realizzato a Roma è stato poi realizzato a Palermo con le modalità stragiste, conosce la vicenda della scomparsa dell’agenda rossa di Paolo Borsellino, conosce secondo il pentito Giuffrè un altro pentito di livello di Cosa nostra i documenti che erano custoditi nel covo mai perquisito di Salvatore Riina”.
“È un soggetto che ha addirittura lui suggerito agli altri mafiosi che hanno compiuto materialmente le stragi a Roma a Firenze Milano i bersagli da colpire ha indicato le chiese ha indicato loro via dei Georgofili ha indicato loro i bersagli da colpire e rimane da capire se questo fosse frutto soltanto della sua conoscenza o se come tanti elementi di prova concorrono a ritenere in quel momento lui si sia interfacciato anche con soggetti esterni e cosa nostra Matteo Messina Denaro è importante perché non solo si è macchiato di delitti terribili ma perché in relazione a quei delitti è a conoscenza di tutto quello che ancora è rimasto di oscuro pensare che trascorreva la latitanza a casa sua è veramente una cosa che fa pensare e devo dire da un certo punto di vista anche inquietare ecco il trionfo dello Stato sarà nel momento in cui si capiranno due cose innanzitutto con chi ha interagito Matteo Messina Denaro soprattutto nel periodo delle stragi e chi lo ha coperto così a lungo e così in maniera significativa durante questa trentennale latitanza che per uno Stato normale in sé per sé Purtroppo lo dobbiamo dire lo dico con amarezza da uomo di Stato è una vergogna” conclude lasciando trasparire i suoi dubbi.