A Torino, durante una manifestazione, studenti, attivisti pro Palestina e membri dei centri sociali hanno dato fuoco a un fantoccio di stracci raffigurante il ministro Matteo Salvini, accompagnato dalle immagini della premier Giorgia Meloni, del ministro Guido Crosetto e del CEO di Leonardo, Roberto Cingolani. L’episodio è avvenuto al termine del corteo nei pressi della stazione di Porta Nuova, tra slogan come “al rogo” e “dimissioni”.
In un’azione successiva, un gruppo di manifestanti dello spezzone studentesco ha utilizzato la metropolitana per raggiungere la stazione di Porta Susa. Sventolando una bandiera palestinese, hanno occupato i binari 1 e 2, interrompendo la circolazione ferroviaria per circa dieci minuti. Dopo l’occupazione, i manifestanti sono tornati in strada, riprendendo il corteo attraverso le vie della città.
Il blocco studentesco, già presente in coda al corteo organizzato da CGIL e UIL contro la manovra economica del governo, si era fermato in precedenza davanti alla sede della Prefettura. Qui, al grido di “free Palestine”, alcuni manifestanti hanno lanciato fumogeni e uova contro le forze dell’ordine, che erano schierate in assetto antisommossa per contenere eventuali tensioni.
La protesta si è conclusa in piazza Statuto, dove uno dei leader studenteschi ha dichiarato al megafono: “È stata una grande giornata di lotta, l’intifada studentesca è appena iniziata.” I manifestanti hanno aggiunto: “Abbiamo dimostrato di essere determinati e di non temere nulla. Non ci possono fermare, ma dobbiamo essere di più e più forti.” L’appuntamento per una nuova manifestazione è stato fissato per il 13 dicembre.
Le foto bruciate e il messaggio simbolico
Un episodio che ha attirato l’attenzione durante la protesta è stato il rogo delle fotografie di Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Roberto Cingolani. Le immagini dei politici sono state prima esposte a testa in giù, in un gesto carico di simbologia storica e politica, e poi bruciate davanti alla folla. Un atto che sottolinea il livello di rabbia e dissenso contro l’attuale governo e le sue politiche.
I manifestanti, in particolare, hanno voluto esprimere la loro contrarietà alle politiche economiche, sociali e ambientali dell’esecutivo, accusato di favorire gli interessi dei grandi gruppi industriali a scapito delle classi lavoratrici e delle questioni ecologiche.
Sindacati: 20mila in piazza contro la manovra
Secondo le stime di Cgil e Uil, oltre 20mila persone hanno partecipato alla manifestazione regionale a Torino contro la manovra di bilancio del governo. Il corteo, composto da lavoratori e pensionati, ha attraversato le vie del centro cittadino per concludersi in piazza Castello. Qui hanno preso la parola rappresentanti dei trasporti, della sanità, del commercio, del settore metalmeccanico e un dipendente della Diageo, multinazionale di Santa Vittoria d’Alba, nel Cuneese, specializzata nella produzione di bevande alcoliche, che ha annunciato il licenziamento di 380 lavoratori.
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La reazione di Salvini
Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha condannato duramente le azioni violente avvenute durante la manifestazione. In una nota ufficiale, Salvini ha espresso “ferma condanna per le violenze che hanno creato disagi e messo in difficoltà anche le forze dell’ordine”. La Lega ha chiesto l’identificazione e la punizione dei responsabili, definendoli “delinquenti” e sottolineando che “i delinquenti meritano la galera”.
Conclusione
Le proteste di Torino evidenziano il clima di tensione crescente nel Paese, con episodi che mescolano rivendicazioni sociali, politiche e internazionali. Mentre gli studenti promettono di intensificare le loro mobilitazioni, resta da capire come le istituzioni e il governo affronteranno le richieste e i gesti sempre più eclatanti che emergono nelle piazze italiane. Le condanne delle autorità sono ferme, ma il dialogo con le nuove generazioni appare ancora distante.
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