Massimo Gramellini, noto giornalista e scrittore, ha espresso dure critiche nei confronti della riforma del premierato proposta da Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia e attuale Presidente del Consiglio. In un commento pungente, Gramellini ha messo in discussione la concezione stessa di “premier forte” portata avanti da Meloni, argomentando che la sua leadership presenta tratti più autoritari che autorevoli.
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Il Premierato e la Costituzione
Gramellini ha iniziato il suo discorso evidenziando la fragilità e la complessità della Costituzione italiana, un documento a cui gli italiani sono profondamente affezionati. Secondo il giornalista, trasformare una riforma costituzionale in un referendum sulla propria persona è un errore che in passato non ha mai portato buoni frutti. Ha sottolineato come un vero leader forte non abbia bisogno di sfidare costantemente il paese con slogan divisivi come “o la va o la spacca”.
La Forza di un Leader
Un premier veramente forte, ha sostenuto, non ha bisogno di apparire autoritario perché già possiede autorevolezza. Questo tipo di premier non necessita di combattere giornalmente con i giornalisti né di ritirare querele a intellettuali solo per mantenere un’immagine positiva. Gramellini ha accusato Meloni di dipingersi continuamente come una vittima del sistema, un sistema di cui ora lei è a capo, suggerendo una contraddizione intrinseca nel suo comportamento.
La Comunicazione sui Social
Un’altra critica significativa è stata rivolta all’uso dei social media da parte di Meloni, paragonato da Gramellini a un “balcone virtuale” da cui si affaccia per comunicare con il pubblico. Questo comportamento è stato visto come un segno di debolezza piuttosto che di forza. Gramellini ha insinuato che l’approccio di Meloni ai social sia più una risposta difensiva alle accuse di aver militarizzato l’informazione pubblica piuttosto che una vera dimostrazione di leadership.
In conclusione, Gramellini ha lanciato un monito: in una democrazia, i veri forti sono sempre gli elettori. Il giornalista ha previsto che, qualora gli italiani percepissero un attacco diretto alla loro Costituzione, sarebbero pronti a scendere in campo per difenderla. Questa riflessione finale è un richiamo alla responsabilità e al rispetto delle istituzioni democratiche, sottolineando come il potere ultimo risieda sempre nel popolo.
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