In questi giorni non si fa che parlare della visita della presidente della Commissione Europea Von der Leyen a Lampedusa, dove ha incontrato il governo Meloni. Su questo argomento è intervenuta oggi l’ex ministra del M5S Barbara Lezzi. Leggete cosa ha scritto sui social: «La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo la sua visita all’isola italiana di Lampedusa, ha annunciato un altro piano disastroso per l’Europa». A pronunciare questa dichiarazione, che non lascia spazio ad alcun fraintendimento, è il premier polacco Mateusz Morawiecki.
Presidente Meloni, non ci sono né gufi né comunisti e men che meno ci sono complotti contro di lei. A smontare i suoi disastri ci pensano i suoi alleati, quelli che lei difende e di fronte ai quali si inginocchia pur di occupare spazi di potere in Europa che, però, sono spazi che vanno contro la nostra Nazione. Se n’è accorta? Quale sarà ora la supercazzola con cui si difenderà? Insisterà dicendo che la Polonia ha già accolto moltissimi rifugiati ucraini senza specificare la differenza dei flussi? È davvero arrivato il tempo dei patrioti in Europa e se ne vedono tutti i danni” si legge nel post di Lezzi.
In effetti il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, aveva annunciato in un video su X che il governo adotterà “una risoluzione speciale in cui esprimeremo la nostra opposizione all’immigrazione clandestina”. Il motivo, spiega, risiede nel fatto che “la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo la sua visita all’isola italiana di Lampedusa, ha annunciato un altro piano disastroso per l’Europa”. “I burocrati europei non hanno a cuore la sicurezza dei cittadini del nostro continente, e quindi anche la sicurezza delle famiglie, delle donne e dei bambini polacchi”, ha aggiunto Morawiecki.
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L’immigrazione clandestina in Europa è una questione complessa e in continua evoluzione che ha profonde radici storiche. Sin dai tempi antichi, l’Europa è stata una terra di movimenti migratori, ma nel corso del XX e del XXI secolo, la questione dell’immigrazione clandestina ha assunto una dimensione sempre più urgente. La storia dell’immigrazione clandestina in Europa può essere tracciata fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando milioni di persone sfollate cercarono rifugio nel continente devastato dalla guerra. Tuttavia, l’immigrazione clandestina si intensificò negli anni ’80 e ’90, con un aumento significativo dei flussi provenienti da regioni instabili come l’Africa e il Medio Oriente. I migranti clandestini spesso attraversavano il Mar Mediterraneo in condizioni pericolose, cercando di raggiungere le coste europee.
Il fenomeno dell’immigrazione clandestina ha portato con sé sfide e opportunità per l’Europa. Da un lato, ha offerto nuove prospettive culturali ed economiche, arricchendo la diversità del continente. Dall’altro lato, ha sollevato questioni di sicurezza, integrazione e diritti umani. La gestione di questi flussi è stata una sfida costante per i governi europei. Negli ultimi decenni, l’Unione Europea ha cercato di sviluppare politiche comuni per affrontare l’immigrazione clandestina. Il trattato di Schengen, che ha abolito i controlli alle frontiere interne tra alcuni paesi europei, ha agevolato la circolazione delle persone, ma ha anche creato opportunità per l’immigrazione clandestina. Di conseguenza, sono stati implementati accordi come il Patto Europeo sulla Migrazione e l’Asilo nel tentativo di migliorare la gestione dei flussi migratori e la condivisione delle responsabilità tra i paesi membri.
Tuttavia, l’immigrazione clandestina rimane un argomento divisivo in Europa. Alcuni paesi hanno adottato politiche più restrittive, mentre altri hanno cercato di promuovere l’accoglienza e l’integrazione. Il conflitto tra queste visioni spesso crea tensioni all’interno dell’UE. Nel corso degli anni, l’Europa ha affrontato tragedie umanitarie legate all’immigrazione clandestina, con migliaia di persone che hanno perso la vita durante pericolose traversate del Mediterraneo. Queste tragedie hanno sollevato domande cruciali sulla necessità di una risposta umanitaria e solidale.