Oggi torniamo a parlare di migranti e lo facciamo con un sondaggio davvero interessante pubblicato da Youtrend. Dai risultati emanati dall’agenzia, si evince che gli italiani si fidano poco, sia del governo che dell’Europa quando si parla di soluzioni alla questione immigrazione. Solo il 31% pensa che il governo guidato da Giorgia Meloni riuscirà a gestirla, ma ancora meno (21%) sono coloro che pensano che l’UE potrà aiutare l’Italia.
Secondo il sondaggio condotto da Youtrend per SkyTG24, infatti, la fiducia nel governo quando si parla di immigrazione dipende moltissimo dalle intenzioni di voto. Gli elettori delle opposizioni e della maggioranza si dividono in maniera piuttosto netta. Riguardo alle proposte del governo sull’immigrazione, piace la verifica dell’età di chi si dichiara minorenne, ma convince molto meno la discussa cauzione di 5000€ per non attendere l’esito della richiesta d’asilo in un CPR.
Giorgia Meloni, invece, è la protagonista del centrodestra di cui gli elettori si fidano di più quando si parla di immigrazione, ma è seguita da vicino da Matteo Salvini. Come dovrebbe comportarsi l’Europa? Secondo tre italiani su quattro serve la redistribuzione obbligatoria, solo uno su dieci ritiene che l’UE dovrebbe lasciare tutto in mano agli Stati membri. La riforma del Regolamento di Dublino in discussione, infine, che prevedere ricollocamenti non obbligatori ma evitabili pagando una sanzione, convince solo un italiano su quattro.
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A proposito. La giudice del tribunale di Catania, Iolanda Apostolico, ha deciso di non convalidare i trattenimenti nel centro richiedenti asilo di Pozzallo disposti dal questore di Ragusa nei confronti di quattro migranti tunisini. La giudice, come era prevedibile, ha confermato la sua valutazione sull’illegittimità delle norme del decreto Cutro anche se questa volta il decreto del questore di Ragusa Trombadore era più articolato nelle sue motivazioni.
“Il richiedente – scrive Apostolico in uno dei 4 provvedimenti in cui nega la convalida del trattenimento – non può essere trattenuto al solo fine di esaminare la sua domanda e, come già affermato da precedenti decisioni di questo tribunale, il trattenimento di un richiedente protezione internazionale per le direttive europee, costituendo una misura di privazione della libertà personale, è legittimamente realizzabile soltanto in presenza delle condizioni giustificative previste dalla legge”.
La giudice ribadisce inoltre, come già scritto in altre ordinanze, che lo status di richiedente asilo si assume con la manifestazione della volontà di invocare la protezione e nei 4 casi trattati tale volontà è stata espressa già a Lampedusa. A Pozzallo, infatti, i profughi tunisini si sono limitati a ribadire quanto chiesto sull’isola al loro arrivo: per cui per legge la cosiddetta procedura di frontiera non può essere loro applicata e quindi il trattenimento decade”.
Infine la giudice rileva che la norma del cosiddetto decreto Cutro che prevede il pagamento di una somma a garanzia come mezzo per evitare il trattenimento è “incompatibile con la direttiva Ue del 2013” come interpretata dalla giurisprudenza secondo cui “il trattenimento può avere luogo soltanto ove necessario, sulla base di una valutazione caso per caso, salvo che non siano applicabili efficacemente misure alternative meno coercitive”. Infine Apostolico cita una sentenza della Corte di Giustizia del 2020 secondo cui le norme Ue “devono essere interpretate nel senso che ostano, in primo luogo, a che un richiedente protezione internazionale sia trattenuto per il solo fatto che non può sovvenire alle proprie necessità”.