La notizia non farà piacere ai cittadini che si aspettavano un aiuto da parte del governo, in un momento come questo. La partita della legge di Bilancio è un vero e proprio rebus per Meloni e co. I fondi a disposizione sono pochi e la volontà della maggioranza è quella di non prevedere nuovi prelievi o tasse, dopo quella sugli extraprofitti delle banche, né sui redditi medi, né su quelli alti. Considerando anche le regole europee che torneranno nel 2024, ci sono alcuni bonus che rischiano di saltare. Altri invece andranno necessariamente confermati, mentre potrebbe spuntare anche qualche nuova (limitata) iniziativa. Lavori in casa, stipendi, scuola, energia e carburanti: vediamo nel dettaglio come cambieranno gli aiuti nei prossimi mesi.
Prima della Manovra, come riporta Il Messaggero, già in questi giorni verrà sicuramente confermato il bonus sociale per le famiglie a basso reddito. Si tratta dell’aiuto in bolletta, dall’importo variabile in base ai componenti della famiglia e l’Isee, che sterilizza gran parte degli aumenti su gas e luce degli ultimi due anni. Entro fine anno la misura potrebbe essere addirittura rafforzata, almeno per chi ha un indicatore di ricchezza familiare molto basso. Forse già dal 1° ottobre saranno infatti definiti i nuovi scaglioni di accesso allo sconto a seconda del reddito Isee (oggi 15mila euro per i nuclei con meno di 4 figli e 30mila per chi ha più di 4 figli). E il nuovo modello, con platea ampliata, garantirà livelli più alti di sconto per i livelli più bassi di Isee. Tuttavia con la Manovra si potrebbe prevedere un taglio della misura nel 2024, un ridimensionamento o addirittura una cancellazione. Sono infatti stati spesi ben 4,4 miliardi per il bonus nel 2022.
Per gli altri potrebbe saltare la sforbiciata all’Iva del gas, attualmente ridotta al 5% (anche per i servizi di teleriscaldamento nonché alle somministrazioni di energia termica prodotta con gas metano), sia per usi civili che industriali. Tornerebbe così al 10% per i cittadini e al 22% per le imprese. Potrebbe saltare anche l’azzeramento degli oneri di sistema, già in parte rivisto lo scorso aprile, con il ritorno di questi costi sulla luce e la riduzione dello sconto sul gas. Ma se i prezzi del gas e della luce salissero troppo in alto? In campo c’è il bonus riscaldamento, per ora mai applicato dall’esecutivo, ma la cui partenza è prevista proprio dal 1° ottobre.
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C’è poi il bonus benzina. Cioè un aiuto una tantum per le persone meno abbienti. Forse fino a 25mila euro di reddito annuo. Sarebbe una sorta di social card per l’acquisto di carburanti, da affiancare alla carta Dedicata a te, che ha già raggiunto oltre un milione di famiglie. Costerebbe circa 2 miliardi, come quelli “extra” incassati dallo Stato quest’estate con il caro-benzina. Non è chiaro se il bonus possa arrivare subito, visto il rialzo del petrolio e quindi della benzina (vicina a una media di 2 euro al litro al self service), o se verrà preso in considerazione con la Manovra.
Capitolo stipendi. Il governo è al lavoro per trovare tutte le risorse utili a confermare il taglio del cuneo fiscale nel 2024. Quasi sicuramente ci sarà. Da luglio si applica la riduzione alle buste paga con retribuzione fino a 2.692 euro: sarà pari al 6%; per quelle che non superano 1.923 euro raggiungerà invece il 7%. Operativamente viene riproposto lo stesso meccanismo attualmente già previsto, cioè l’abbattimento della ritenuta contributiva a carico dei dipendenti. Gli aumenti arrivano fino a circa 70-80 euro netti al mese. Verso la conferma anche Sismabonus ed Ecobonus. Per il Superbonus al 110% nei condomini potrebbe arrivare la conferma per tre mesi nel 2024, ma solo se sono stati realizzati il 60-70% dei lavori entro fine settembre o forse fine ottobre.
Tra i bonus a rischio ce n’è uno legato alla scuola. Si tratta delle carte della cultura e del merito, che hanno sostituito il bonus Cultura, o app 18, voluto dal governo Renzi. La carta Cultura è un voucher di 500 euro dedicato agli studenti provenienti da nuclei familiari con Isee fino a 35.000 euro. La carta del merito, invece, è un voucher fino a 500 euro dedicato agli studenti diplomati con almeno 100/100. Altro discorso è quello relativo ai sussidi ambientalmente dannosi. Il governo è impegnato a ridurli entro il 2030, secondo quanto prospettato all’Ue (secondo la riforma del Pnrr con l’inserimento dei fondi del Repower Eu). Ma non sarà facile intervenire su queste risorse, vista l’opposizione delle aziende dell’oil&gas.