Il comico e co-fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, è tornato a far parlare di sé con un articolo pubblicato sul suo blog. Le sue parole hanno fatto discutere, colpendo al cuore alcune delle illusioni che caratterizzano la nostra società. Grillo, noto per il suo stile provocatorio, ha utilizzato una serie di esempi ironici per smascherare la fiducia che riponiamo in idee e prodotti di cui siamo consapevoli dell’inconsistenza. Con il suo consueto tono critico, Grillo affronta i simboli e le falsità che accompagnano il consumismo e, con un’affermazione provocatoria finale, lascia intendere che anche alcune persone a noi vicine potrebbero non essere ciò che sembrano.
L’illusione delle creme miracolose e la fiducia cieca dei consumatori
Grillo racconta un aneddoto semplice ma significativo: una signora acquista una crema anti-invecchiamento, pagandola a caro prezzo per la promessa di ringiovanimento che essa rappresenta. Il suo discorso parte dalla consapevolezza che nessuna crema può realmente fermare il tempo, eppure la convinzione diffusa fa sì che si continui a credere a queste promesse. “Siamo fatti così” dice Grillo, evidenziando la tendenza umana a credere anche a ciò che sappiamo essere, in parte, illusorio. Se siamo disposti a investire soldi in prodotti che promettono l’impossibile, si domanda Grillo, in cosa altro siamo disposti a credere pur di non vedere la realtà per quella che è?
Aloe Vera: l’arma del marketing e il bisogno di “verità” illusoria
Grillo rivolge poi l’attenzione all’Aloe Vera, ingrediente onnipresente in una vasta gamma di prodotti. Dal sapone ai rasoi, fino alle crocchette per gatti, l’Aloe Vera viene promossa come garanzia di qualità e autenticità. Grillo ironizza sul fatto che, in molti casi, questa aggiunta non ha alcuna reale funzione terapeutica, ma rappresenta un espediente commerciale che sfrutta il bisogno dei consumatori di credere in prodotti “veri”. “Vera” diventa quindi una parola simbolo, scelta per rassicurare i clienti e giustificare prezzi maggiorati. Questa astuzia, sottolinea Grillo, mostra come anche i prodotti di uso comune vengano costruiti su narrazioni ingannevoli, promosse dal marketing per creare fiducia e attrarre consumatori.
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La frase shock: “Anche persone che pensiamo vere sono false”
Nel finale, Grillo lascia una riflessione tagliente che ha suscitato molte interpretazioni: “Anche persone che pensiamo vere sono false.” Questa affermazione sembra alludere a figure che, come alcuni prodotti, appaiono autentiche e rassicuranti, ma che alla prova dei fatti possono rivelarsi ben diverse da come si mostrano. Potrebbe trattarsi di una frecciatina a Giuseppe Conte o a ex-membri del Movimento 5 Stelle, sollevando un interrogativo sull’autenticità di alcune persone coinvolte nel progetto.
Attraverso il suo articolo, Grillo sembra voler mettere in guardia i suoi lettori dalla pericolosa tendenza ad abbracciare illusioni e miti per sentirsi più sicuri e protetti, sia nel consumismo che nelle relazioni.