C’è grande attesa per l’apertura del testamento di Silvio Berlusconi. In questi giorni però il Messaggero fa il punto della situazione per quel che riguarda le ville e le proprietà dell’ex leader di Forza Italia. Silvio Berlusconi lascia ricchezza agli eredi (circa 6,4 miliardi secondo Forbes), pochissimi debiti personali, ma ingenti costi di gestione da sostenere. Le splendide residenze di Arcore (Villa San Martino), Macherio (Villa Belvedere), quelle in Sardegna di Porto Rotondo (Villa Certosa e Villa Dattilo), Villa Zeffirelli a Roma e Villa Due Palme a Lampedusa, per manutenerle, hanno oneri pesanti.
Come risulta dal bilancio 2022 di Immobiliare Idra, in possesso del Messaggero, la società real estate con le proprietà immobiliari maggiori, controllata direttamente dallo scomparso Berlusconi al 99,5%, da Marina e Pier Silvio per lo 0,5% residuo, ha «un costo della gestione tipica di 24 milioni, incrementato rispetto al 2021 per 2,8 milioni, a causa dell’aumento generalizzato della manodopera, delle lavorazioni esterne e dei costi di energia». Dalle carte risulta che a fronte di un patrimonio netto di Idra di 176 milioni, il valore del patrimonio immobiliare delle ville ammonta a 412 milioni. Idra ha un debito verso soci (il defunto Berlusconi e i due figli grandi) di circa 76 milioni e un debito verso obbligazionisti di 178 milioni.
ULTIM’ORA – Arriva l’annuncio di Giuseppe Conte su costituente. “Abbiamo raggiunto…” – VITTORIA?!
“Soddisfazione per tutti, vittoria per chi ha deciso di decidere” Roma, 23 novembre – Il Movimento 5 Stelle (M5S) ha
Nei confronti del mondo bancario l’esposizione è limitata, 229.036 euro, mentre è significativa quella nei confronti dei fornitori: 4,8 milioni, in crescita di 748.997 euro rispetto ai 4,1 milioni dell’anno prima. I debiti verso i fornitori sono composti da fatture da pagare per 3 milioni e da fatture da ricevere per acquisti o servizi effettuati nell’esercizio per 1, 8 milioni.
Tra i debiti verso i soci, 67 milioni si riferiscono a un finanziamento a tasso zero concesso dall’azionista «il quale ha facoltà di chiederne la restituzione in qualunque momento, rispettando un idoneo preavviso, e nel corso dell’esercizio è stato erogato un nuovo finanziamento di 9 milioni a titolo oneroso, su cui maturano interessi a tasso euroribor 1 mese (3,3% il dato di ieri) + 1,5%».
La gestione delle residenze non comporta però solo oneri passivi, ma anche ricavi delle locazioni di circa 20 case e altri immobili di proprietà che fruttano 4,8 milioni, in aumento di 180 mila euro rispetto all’anno prima mentre gli altri ricavi (riaddebiti ai locatari dei costi sostenuti per la gestione delle case), ammontano a 14,8 milioni». Sempre nelle carte spuntano alcune curiosità. Per le ville i Berlusconi hanno pagato 369.376 euro di Ici-Imu: la cifra appare modesta ma solo perché l’imposta municipale introdotta dal governo Monti nel 2011 nella manovra salvaItalia, si calcola sui valori catastali e non su quelli reali. Altre curiosità messe nero su bianco nel rendiconto firmato da Giuseppe Spinelli, il ragioniere da sempre al fianco del cavaliere, per giornali e abbonamenti a riviste nelle ville sono stati spesi 628 euro, questo significa che si comprava un quotidiano al giorno. La mensa aziendale riservata agli 11 dipendenti iscritti a bilancio è costata 8.577 euro.
Venendo alla controllante Dolcedrago, nei conti 2022 la partecipazione in Idra è iscritta a un valore storico per 159,7 milioni con un patrimonio netto di 57,1 milioni. Dolcedrago ha un debito solo verso l’azionista di maggioranza (Berlusconi) per 190 milioni pari un finanziamento a tasso zero da rimborsare in qualunque momento, incrementatosi di due milioni. In bilancio risultano due fidejussioni: una di 1,5 milioni rilasciata a favore di Idra, «l’altra di 9 milioni a garanzia di un’apertura di credito in conto corrente Intesa Private banking rilasciata dal socio di maggioranza e rinnovata fino al termine del corrente anno».
Infine i debiti personali di Berlusconi, secondo la Centrale rischi Bankitalia ad aprile: su un accordato di 43,5 milioni, ne utilizzava solo 5,5 milioni ed erano tutti fidi a scadenza (prestiti, mutui, apertura di conto). Dei restanti 38 milioni a disposizione tutti a revoca (cassa) non attingeva un euro dalle banche di relazione: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bpm, Mps, CreVal.