In questi giorni non si fa che parlare del caro-carburante e dell’aumento del prezzo della benzina in tutta Italia. Secondo i principali quotidiani, il governo dovrebbe approvare tra fine settembre e inizio ottobre, un nuovo bonus destinato agli automobilisti. E meno male che erano i 5 Stelle quelli che elargivano bonus! Infatti i rincari dei carburanti si riflettono sull’intera filiera del carrello della spesa, dal momento che l’88% delle merci che troviamo sugli scaffali dei supermercati viaggiano su gomma e ovviamente risentono dell’impennata dei prezzi. Ma come funziona il bonus? E chi spetta?
Secondo le prime indiscrezioni, il bonus non dovrebbe superare gli 80 euro, poco meno della metà rispetto ai 150 euro che erano stati previsti in un primo momento. E dovrebbe essere finanziato con l’extra-gettito dell’Iva incassato dall’erario proprio a causa dell’impennata dei prezzi alla pompa, con la super che è ormai arrivata a 2 euro. Secondo le ultime stime, la dote a disposizione sarebbe di circa 2 miliardi. Ma solo una minima parte sarà destinata agli sconti per le famiglie.
Il bonus sarà legato al reddito, a differenza del taglio delle accise deciso dal governo Draghi che prevedeva risparmi per tutti gli automobilisti, compresi quelli della fascia più ricca. In questo caso la soglia Isee prevista si ferma a 15mila euro lordi all’anno. Il contributo quindi dovrebbe essere destinato a 1,3 milioni di famiglie per una spesa complessiva di circa 100 milioni di euro.
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In un primo tempo si era pensato ad una “card carburante” da distribuire alle famiglie. Molto probabilmente si opterà per un meccanismo più semplice. Gli 80 euro saranno caricati sulla cosiddetta social card “dedicata a te” che prevede un contributo pari a 382,5 euro per l’acquisto di beni e alimenti per famiglie di almeno tre componenti e un Isee fermo a 15mila euro lordi. L’idea di ricaricare la social card sempre essere più quotata rispetto all’ipotesi precedente di un sconto da far scattare direttamente alla pompa di benzina.
Il governo ha scelto la strada di contenere il bonus solo per determinate fasce di reddito. Una scelta dettata dalla necessità di far quadrare i conti del Tesoro anche alla luce della prossima manovra economica. Non a caso, prima di decidere l’importo del bonus benzina l’esecutivo vuole attendere la Nadef, la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza che sarà presentata il 27 settembre e che conterrà, di fatto i numeri definitivi della prossima Legge di Stabilità. Da qui si capirà anche la periodicità del contributo. Secondo alcune indiscrezioni, potrebbe essere trimestrale, e scattare solo quando i carburanti superano una certa soglia.
Cosa sono le accise sulla benzina
Le accise sulla benzina sono una componente significativa del prezzo dei carburanti in molti paesi, inclusa l’Italia. Si tratta di imposte indirette, ovvero tasse che vengono applicate sui beni e servizi, in questo caso sulla benzina, per scopi fiscali. Queste tasse servono a finanziare diverse attività e progetti governativi, come l’infrastruttura stradale, il trasporto pubblico e altri servizi pubblici.
Le accise sulla benzina sono calcolate in base al volume di carburante acquistato, quindi ogni litro di benzina venduto comporta un’imposta specifica. L’ammontare delle accise può variare da un paese all’altro e può anche essere soggetto a regolamentazioni e cambiamenti normativi. Spesso, le accise sulla benzina sono utilizzate per scopi ambientali e sociali. Ad esempio, un aumento delle tasse sulla benzina può incentivare l’uso di veicoli più efficienti dal punto di vista del consumo di carburante e promuovere un maggiore utilizzo del trasporto pubblico, contribuendo così a ridurre le emissioni di gas serra e il traffico stradale.
Inoltre, le entrate generate dalle accise sulla benzina possono essere utilizzate per finanziare progetti di infrastruttura stradale, migliorando così la qualità delle strade e delle autostrade, nonché la sicurezza stradale. In sintesi, le accise sulla benzina sono una forma comune di tassazione indiretta utilizzata dai governi per finanziare una serie di iniziative, compresi progetti infrastrutturali e ambientali, mentre influenzano anche il comportamento dei consumatori nell’uso dei veicoli e del carburante.