CAOS alla Camera, ancora tensione con M5S: ecco cosa sta succedendo

Dopo il caos che si è scatenato ieri a Montecitorio, la situazione non accenna a placarsi. Vi avevamo già raccontato di come i deputati del Movimento 5 Stelle avessero occupato la giunta per le elezioni. Argomento della contesa un emendamento della maggioranza di governo che in sostanza permetteva di sconvolgere l’esito delle elezioni riassegnando i posti in Parlamento. I Cinque Stelle non ci stanno e pubblicano un video che fa il giro dei social da ieri sera. Nel filmato si vede Ricciardi, vicepresidente M5S, insieme agli altri deputati, occupare la giunta e spiegare il motivo del gesto eclatante. Oggi, però, la situazione non si è placata neanche un po’. Ecco perché.

Cosa è successo oggi

Partiamo dalle reazioni della maggioranza: “Ieri è successo un fatto a dir poco increscioso. Durante i lavori della Giunta delle Elezioni, vi è stata l’occupazione dell’aula, seguita poi da una ulteriore dimostrazione di forza da parte del Movimento 5 Stelle. Che ha reso impossibile l’accesso ai componenti della Giunta anche in un’altra sala individuata per lo svolgimento dei lavori. È evidente che si tratta di un attentato al regolare funzionamento di un organo costituzionale e di un episodio grave che non va sottovalutato”. Lo ha detto Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia e membro della Giunta delle Elezioni. È intervenuto in Aula all’inizio della seduta di oggi, mercoledì 31 maggio.

“Non si tratta di un atto dimostrativo – ha proseguito – che rientra nelle prerogative dell’opposizione, ma di un atto di violenza per impedire il regolare svolgimento della seduta. Io chiedo che se ne occupi l’Ufficio di Presidenza, perché il fatto integra un episodio penalmente rilevante. Mi dispiace che fosse presente un uomo delle istituzioni, già presidente del Consiglio, l’on. Giuseppe Conte, che si è adoperato per fare selfie con gli occupanti anziché farli desistere da un’iniziativa che non ha precedenti in questo Parlamento.

La giunta per le elezioni

Chiedo che la Presidenza assuma tutte le iniziative non solo di natura disciplinare e interne a questa Camera, ma anche che la questione venga segnalata all’autorità giudiziaria, perché il Parlamento non può essere ostaggio di nessuno, men che meno di un gruppo che, anziché confrontarsi liberamente e democraticamente, utilizza la violenza. È violenza impedire a un parlamentare di esercitare il suo mandato. Mi dispiace che non sia venuto dai banchi del Movimento 5 Stelle un atto di condanna. Mi chiedo come il collega Cafiero de Raho, che ci fa sempre lezione di legalità, abbia consentito la consumazione di fatti che sono penalmente rilevanti. Noi continueremo a lavorare rispettando l’opposizione ma chiediamo non solo il rispetto delle prerogative della maggioranza. Ma anche della funzione stessa di ogni parlamentare perché ne va della dignità, dell’immagine e della efficienza di questa Aula” conclude.

L’intervento di Pittalis ha dato vita a momenti di tensione, specie tra i gruppi di FI e M5S. La presidente di turno Anna Ascani è stata costretta a invocare l’intervento degli assistenti parlamentari per sedare gli animi dei deputati e poi a sospendere la seduta per qualche minuto. Dopo l’interruzione, a Pittalis ha risposto alla deputata del M5S Anna Laura Orrico: “Mi dispiace che, quando si parla di legalità all’interno di quest’aula, non si faccia un esame di coscienza”. Ha così ricostruito i fatti al centro della discussione in Giunta.

Anche la Lega, con Stefano Candiani, ha chiesto l’intervento del presidente della Camera “per sanzionare quanto accaduto ieri sera”. L’atmosfera si è poi scaldata nuovamente al momento dell’intervento del capogruppo di FdI Tommaso Foti. C’è stato un botta e risposta con Leonardo Donno (M5S) a colpi di “ma che stai dicendo” (Donno) e “ma cosa vuoi? Devi smettere di interrompermi” (Foti). Per l’esponente di FdI, che ha invocato sanzioni, tra l’altro “non è ammissibile che un ex presidente del Consiglio si metta a fare il gruppettaro”. A fatica la presidenza è riuscita a riportare l’ordine e a far concludere il dibattito.

Le repliche degli esponenti di M5S

Immediate le repliche degli esponenti pentastellati: “Il Governo prova a negare la volontà popolare espressa attraverso il diritto di voto: Forza Italia presenta un emendamento, sostenuto da tutta la maggioranza, che stravolge il voto delle politiche di settembre 2022 facendo diventare valide anche le schede nelle quali sono stati espressi voti su più liste a sostegno di uno stesso candidato nei collegi uninominali, ad ora considerate invece nulle” scrive su Facebook la vicepresidente del Senato Mariolina Castellone.

“Lo aveva chiesto in un ricorso il candidato calabrese di FI Andrea Gentile, a cui in questo modo verrebbe ‘regalato’ il seggio strappandolo al M5S che lo ha vinto con Anna Laura Orrico”, aggiunge Castellone. “La questione non riguarda solo il nostro seggio, perché a questo punto i ricorsi potrebbero moltiplicarsi così come le richieste di riconteggio. Il possibile ribaltamento del risultato, se passasse l’emendamento, riguarda almeno 13 collegi ed uno studio parla addirittura di una trentina di parlamentari con seggio a rischio” si legge.

Le reazioni dei Cinque Stelle

“Oggi in aula alla Camera la maggioranza ha dato l’ennesima prova di arroganza attaccando, con falsità e accuse volgari, il Movimento 5 Stelle e il presidente Conte. La nostra protesta per quanto sta accadendo nella Giunta delle Elezioni della Camera è una battaglia a difesa della democrazia. Stiamo denunciando a gran voce il gravissimo colpo di mano che questa maggioranza sta cercando di fare cambiando le regole del voto mesi dopo lo svolgimento delle elezioni” dice invece Carmela Auriemma, deputata del M5S.

“Vogliono riscrivere i criteri di valutazione delle schede votate – aggiunge – solo per scippare un seggio che il Movimento 5 stelle ha legittimamente vinto in Calabria. Ma non si rendono nemmeno conto che a cascata la loro azione può produrre conseguenze imprevedibili per tanti altri seggi. È un atto di prepotenza della maggioranza che qualifica la cifra etica e istituzionale di questa destra” conclude Auriemma.

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