In Francia è stata adottata una nuova riforma delle pensioni che ha scatenato un ondata di proteste in tutto il Paese, Parigi sotto assedio.
Il governo ha fatto passare il testo di legge senza voto in Parlamento – sapendo di non avere la maggioranza – e ha superato indenne le mozioni di censura delle opposizioni votate ieri sera. Per Macron la riforma della previdenza era il vero grande obiettivo di legislatura, dopo i tentativi falliti in passato proprio per via delle proteste. Il sistema pensionistico francese, però, non era più sostenibile.
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Il centro della riforma è l’aumento dell’età pensionabile al fine di adeguare il sistema previdenziale francese all’aspettativa di vita che nel corso degli anni è aumentata. Questo è quello che è accaduto in Italia qualche anbno fa con la Legge Fornero.
L’età minima per andare in pensione in Francia passa da 62 a 64 anni ovvero l’età pensionabile aumenterà di tre mesi ogni anno per i prossimi otto, in modo da arrivare al completamento della riforma nel 2030.
Infatti l’obbiettivo di Macron è quello di attuare la riforma per gradi.
Verrano eliminati i regimi speciali come quelli a favore di dipendenti di alcuni grandi gruppi, dalla Banca di Francia all’azienda di trasporto pubblico di Parigi.
La nota positiva, tuttavia è l’aumento della pensione minima sale ad almeno 1200 euro lordi al mese, cifra ricavata calcolando l’85% del salario minimo francese. C’è anche uno scivolo per chi ha cominciato a lavorare molto presto – tra i venti e i ventuno anni – che potrà andare in pensione un anno prima.