Andrea Scanzi è stato ospite da Lilli Gruber nei giorni scorsi. Tra le altre cose ha parlato dell’emergenza migranti che imperversa sul Mar Mediterraneo. Secondo Scanzi, il governo si è comportato “malissimo e nello specifico si sta comportando in maniera disastrosa sui migranti, con improvvisate goffe per affrontare una crisi enorme”. Per Scanzi Meloni “aveva promesso di risolvere semplicemente i problemi e aveva anche detto di aver ottenuto risultati straordinari con il famoso memorandum con la Tunisia”. In realtà, spiega Scanzi, adesso la Tunisia vuole 350 milioni di euro per non far partire più i migranti.
L’accordo tra l’Unione Europea e la Tunisia riguardante la gestione dei flussi migratori affronta ostacoli significativi, rischiando di rimanere in sospeso. Il memorandum, firmato da Ursula von der Leyen, Giorgia Meloni e Mark Rutte, è al momento in uno stato di stallo. La Premier italiana Meloni sta cercando di accelerare i pagamenti alla Tunisia, ma il caos attuale rischia seriamente di compromettere l’accordo.
Uno dei principali problemi riguarda la questione finanziaria. L’erogazione di 150 milioni di euro da parte di Bruxelles, senza condizioni, non è stata ancora effettuata. Inoltre, la seconda tranche di 200 milioni è legata alla realizzazione di progetti per la gestione dei flussi, ma la Tunisia vorrebbe questi fondi senza condizioni, in modo da poterli utilizzare per scopi diversi e sostenere le casse pubbliche.
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La Tunisia ha dato segni di nervosismo recentemente impedendo l’accesso a una delegazione del Parlamento europeo incaricata di verificare lo stato dell’accordo. I socialisti a Bruxelles hanno persino chiesto la sospensione del memorandum, mentre diversi governi, tra cui quello tedesco, sollevano preoccupazioni sul rispetto dei diritti umani.
La prima tranche di 105 milioni proviene dalla posta di bilancio destinata ai Paesi del Nordafrica ed è stata autorizzata a giugno, prima della firma del memorandum. Tuttavia, per la seconda tranche da 150 milioni è necessaria un’autorizzazione specifica del Consiglio, il che richiederà del tempo, non prima della fine dell’anno.
C’è una disputa legale in corso, con i servizi giuridici del Consiglio che contestano la mancata osservanza delle procedure, sottolineando che il memorandum con la Tunisia è stato firmato senza l’autorizzazione degli Stati membri. La Commissione europea sostiene di aver ottenuto un sostegno politico dal Consiglio europeo e afferma di aver rispettato le procedure.
Esiste anche un precedente che solleva interrogativi sulla validità dell’accordo, poiché nel 2013 il Consiglio aveva portato la Commissione davanti alla Corte di Giustizia a seguito dell’adozione di un memorandum con la Svizzera, anch’esso firmato senza l’autorizzazione dei governi.
Un’altra questione in sospeso riguarda i 900 milioni di euro che il Fondo monetario internazionale dovrebbe garantire alla Tunisia in relazione a un programma di riforme, ma al momento non ci sono chiare indicazioni sul loro stato.
In sintesi, l’accordo UE-Tunisia per la gestione dei migranti è alle prese con ostacoli finanziari e legali significativi, mentre le tensioni crescono tra le due parti. Il destino di questo accordo rimane incerto, con implicazioni significative per la gestione dei flussi migratori e il rapporto tra l’Unione Europea e la Tunisia.