CAOS nella destra: la Lega attacca Santanchè, ecco perché

In questi giorni ha destato molto scalpore il servizio sulla gestione delle aziende Visibilia e Ki Group mandato in onda da Report che riguarda Daniela Santanchè, ministra del Turismo ed esponente di Fratelli d’Italia. Dopo la protesta delle opposizioni, che chiedono le dimissioni spiegando senza mezzi termini come «sia in gioco la credibilità del Governo» arriva la presa di posizione della Lega: «Il ministro Santanchè ha detto di essere assolutamente tranquilla, ha detto che quando sarà il momento verrà in Parlamento a spiegare le sue ragioni, aspettiamo che il ministro Santanchè spieghi le sue ragioni» dice il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari che poi precisa: «I processi non si fanno in televisione con le inchieste giornalistiche, se ci sarà qualcosa saranno altri organismi a dover intervenire, non certo Report».

Daniela Santanchè ha fatto sapere di aver dato mandato ai suoi legali per le necessarie iniziative nelle opportune sedi giudiziarie dato che «i responsabili della trasmissione televisiva erano stati preventivamente invitati a evitare di diffondere notizie non veritiere, purtroppo invano. In merito al servizio di Report e alle conseguenti notizie di stampa riportate su alcune testate giornalistiche – ha precisato la ministra in una nota – le suddette notizie risultano prive di corrispondenza con la verità storica». Venerdì 23 giugno, a chi le chiedeva commenti sulla vicenda, la ministra ha risposto: «Non ho nulla da aggiungere».

Ma facciamo un passo indietro. L’inchiesta firmata da Giorgio Mottola si intitola “Open to Fallimento”. Già nell’introduzione Sigfrido Ranucci spiega come la Santanchè, oltre ad essere un’esponente di spicco di Fratelli d’Italia, «sia anche un’imprenditrice come rivendica lei stessa spesso con orgoglio» ma «le sue aziende finora sono andate tutte molto male». Il programma manda poi in onda testimonianze di dipendenti e fornitori storici e parla di «bilanci in rosso, lavoratori mandati a casa senza liquidazione, ditte messe in difficoltà, o addirittura strozzate, dal mancato saldo delle forniture».

«Dipendenti non pagati, tfr non erogati e cassa integrazione usata in modo fraudolento non sono accuse che possono essere lasciate cadere nel vuoto da parte di un ministro» ha attaccato il leader di Azione Carlo Calenda. «Quello che sta emergendo è incompatibile con un solo minuto in più nel ruolo di ministra della Repubblica. Non ci sono alternative: dimissioni. Giorgia Meloni non taccia, assicuri la credibilità delle istituzioni. Altrimenti è complice del loro discredito», ha aggiunto il deputato e responsabile Esteri del Pd, Peppe Provenzano. «Fossi nella maggioranza mi occuperei più di chiedere alla ministra una spiegazione rispetto a quello che Report ha evidenziato e credo che siano le aule parlamentari il luogo dove dovrebbe farlo», ha attaccato il capogruppo M5s al Senato, Stefano Patuanelli. Duro anche l’editoriale del Il Foglio: «Le accuse contro la ministra Daniela Santanchè sono gravi. Lo scoop di Report impone a Meloni di ripensare a quella casella. Non serve essere moralisti, basta guardare i fatti».

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