Caos per il centrodestra in Liguria, arrestato Toti: ecco cosa ha combinato

Il governatore della Liguria Giovanni Toti è stato arrestato con l'accusa di corruzione. Ecco cosa avrebbe combinato.

Come riporta questa mattina Il Fatto Quotidiano, la Guardia di Finanza ha fatto tremare la politica ligure con una serie di arresti che includono l’ex presidente della Regione Giovanni Toti, attualmente ai domiciliari. Toti è accusato dalla Procura di Genova di corruzione ambientale, corruzione per atti contrari a doveri d’ufficio e promesse elettorali. Nell’operazione, che ha colpito duramente la maggioranza di centrodestra al potere dal 2015, sono stati coinvolti altri due grandi nomi: l’ex presidente dell’Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini, ora amministratore delegato e direttore generale della multiutility Iren, e l’imprenditore portuale Aldo Spinelli, noto anche per essere stato presidente dei club calcistici Genoa e Livorno. Signorini è stato portato in carcere, mentre Spinelli è agli arresti domiciliari. Roberto Spinelli, figlio di Aldo, è stato soggetto alla misura interdittiva del divieto di esercitare l’attività imprenditoriale, mentre a entrambi è stato confiscato un patrimonio di circa 570mila euro.

Le accuse

Le accuse nei confronti di Aldo e Roberto Spinelli includono il finanziamento di 74.100 euro al comitato elettorale di Toti in cambio di favori politici, come il rinnovo della concessione del Terminal Rinfuse e altri benefici portuali, oltre a interventi nella riqualificazione di strutture come le ex Colonie Bergamasche di Celle Ligure, destinate a diventare resort di lusso. Gli inquirenti ritengono che Signorini sia stato corrotto con viaggi e escort di lusso a Montecarlo, finanziati da Spinelli. Le accuse si estendono anche a presunti favori e finanziamenti da parte di Esselunga, che ha trovato sostegno nel centrodestra ligure con l’avvento della giunta Toti. Un altro fronte di indagine si apre sul presunto coinvolgimento della mafia nei risultati elettorali del partito Cambiamo! di Toti alle regionali del 2020. Si sospetta che voti provenienti da clan mafiosi nisseni possano aver contribuito al successo elettorale del partito. In questo contesto, il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani, è indagato per promesse elettorali aggravate dal coinvolgimento mafioso.

Un terzo filone di indagine coinvolge proprio Cozzani, ex sindaco di Porto Venere, arrestato per corruzione nell’ambito di favoritismi ad imprenditori locali legati alle concessioni balneari e agli appalti all’isola Palmaria. In cambio, si presume che abbia ricevuto favori per suo fratello Filippo, imprenditore, incluso un aumento dei finanziamenti al Salone Nautico da parte della Regione Liguria. Le indagini hanno anche rivelato numerose ospitate gratuite al Grand Hotel di Porto Venere, che hanno coinvolto lo staff di Giovanni Toti. Anche per Cozzani sono stati ordinati gli arresti domiciliari, rendendo questo scandalo di corruzione uno dei più grandi nella politica ligure degli ultimi anni.

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