Sul caro carburante, denuncia il M5S sui social, c’è stato un clamoroso autogol del governo, dato che l’obbligo di esporre il prezzo medio per i benzinai spinge questi ultimi ad allineare il prezzo verso l’alto, con le ripercussioni sulle tasche dei cittadini. Ricordiamo, infatti, che dal primo agosto i benzinai hanno l’obbligo di esporre il prezzo medio dei carburanti, pubblicato dal ministero delle Imprese. Lo impone il decreto legge 5 del 14 gennaio 2023, convertito in legge (numero 23/2023). I gestori avranno 30 giorni di tempo per adeguarsi. In caso di violazione, sono previste multe da 200 euro a 2.000 euro. Con questa norma, il governo intendeva contrastare le speculazioni, migliorare la concorrenza e far abbassare i prezzi. Per quasi tutti i benzinai, il prezzo medio esposto sarà quello regionale: fanno eccezione gli impianti autostradali, per i quali vale il prezzo medio nazionale. In realtà, però, come ha fatto notare anche Milano Finanza, questa mossa è servita solo a far aumentare il prezzo del carburante.
Nonostante il calo delle quotazioni dei prodotti raffinati, comunque sopra i 1.000 dollari la tonnellata, continuano gli aumenti del prezzo del carburante: la media per il self service in Italia supera quota 2 euro al litro, il gasolio risulta aver raggiunto il suo picco del 2023. Per la benzina siamo ai massimi dal 15 luglio 2022, quando però era in vigore il taglio dell’accisa di 25 cent/litro (30 Iva inclusa): allora il prezzo senza sconto avrebbe superato i 2,3 euro/litro. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, sabato IP ha aumentato di due centesimi al litro i prezzi consigliati di benzina e gasolio. L’Osservatorio prezzi del Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha reso noti le medie dei prezzi rilevati su circa 18mila impianti nella giornata di ieri: benzina self service a 2,003 euro/litro (+11 millesimi, compagnie 2,010, pompe bianche 1,988), diesel self service a 1,938 euro/litro (+20, compagnie 1,946, pompe bianche 1,921).
Le media per quanta riguarda la benzina il servito è a 2,136 euro/litro (+12, compagnie 2,180, pompe bianche 2,047), diesel servito a 2,071 euro/litro (+19, compagnie 2,116, pompe bianche 1,980). Per quanto riguarda invece il Gpl servito il costo medio è 0,712 euro/litro (+2, compagnie 0,721, pompe bianche 0,701), metano servito a 1,396 euro/kg (+1, compagnie 1,402, pompe bianche 1,391), Gnl 1,265 euro/kg (+1, compagnie 1,265 euro/kg, pompe bianche 1,265 euro/kg). Questi invece sono i prezzi sulle autostrade: benzina self service 2,075 euro/litro (servito 2,317), gasolio self service 2,018 euro/litro (servito 2,269), Gpl 0,852 euro/litro, metano 1,521 euro/kg, Gnl 1,277 euro/kg.
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L’abolizione delle accise sulla benzina è una proposta che può sembrare allettante per molti automobilisti, ma è una misura che comporterebbe gravi conseguenze economiche ed ambientali. Le accise sulla benzina sono una fonte significativa di entrate per i governi in tutto il mondo e servono a finanziare servizi pubblici essenziali come le infrastrutture stradali, la salute e l’istruzione. Eliminarle comporterebbe una significativa riduzione delle risorse disponibili per questi settori.
Inoltre, l’abolizione delle accise sulla benzina potrebbe incentivare un consumo eccessivo di carburante, portando ad un aumento della domanda di petrolio e, di conseguenza, un aumento delle emissioni di gas serra e dell’inquinamento atmosferico. Questo avrebbe un impatto negativo sul cambiamento climatico e sulla salute pubblica. Un’altra ragione per cui non è possibile abolire completamente le accise sulla benzina è che tali imposte sono utilizzate anche per promuovere comportamenti più sostenibili. Ad esempio, molte nazioni applicano tariffe più basse o incentivi fiscali per i veicoli a basso consumo energetico o a zero emissioni, incoraggiando così la transizione verso mezzi di trasporto più ecologici.
In sintesi, mentre l’idea di eliminare le accise sulla benzina potrebbe sembrare allettante per i consumatori, essa comporterebbe un pesante costo economico per i governi e avrebbe impatti negativi sull’ambiente e sulla salute pubblica. Piuttosto che abolirle completamente, una soluzione più equa potrebbe essere quella di rivedere e adattare le politiche fiscali in modo da promuovere una mobilità più sostenibile e ridurre l’impatto ambientale delle nostre attività di trasporto.