Dopo il caso Ghali a Sanremo, Salvini vuole che gli artisti vengano bannati dalla Rai per sei mesi, ecco tutti i dettagli di questo editto della Lega.
Dopo il caso Ghali a Sanremo, Salvini vuole che gli artisti vengano bannati dalla Rai per sei mesi: ecco tutti i dettagli di questo editto della Lega. L’idea di proporre una sorta di “Daspo” per gli artisti che manifestano le proprie opinioni politiche in Rai dopo le parole di Ghali a Sanremo sulla guerra nella Striscia di Gaza (“stop al genocidio”) non è solo una boutade del sottosegretario alla presidenza del Consiglio leghista Alessandro Morelli. L’uscita era concordata con il vicepremier Matteo Salvini – di cui Morelli è un fedelissimo – e a breve si trasformerà in una proposta concreta: la Lega sta preparando una risoluzione da presentare la prossima settimana in commissione di Vigilanza Rai, che chieda alla tv pubblica di allontanare per un tempo che va da sei mesi a un anno gli artisti come Ghali, dicono due dirigenti di primo piano del Carroccio a conoscenza della questione. E non solo da Sanremo, ma anche da tutti gli altri programmi che vanno in onda sulla televisione di Stato.
L'idea di Salvini
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Un testo, che non è ancora definitivo, ma è in fase di preparazione e sarà presentato dai componenti della commissione di Vigilanza Rai Giorgio Maria Bergesio, Ingrid Bisa, Stefano Candiani, Elena Maccanti, Clotilde Minasi ed Elena Murelli: nell’impegno finale la Lega chiederà alla Rai di “valutare l’opportunità” di sospendere la partecipazione dell’artista che ha espresso opinioni politiche da tutti i programmi della Rai. Non è ancora chiaro quale sarà il “limbo” di questa sospensione, ma ci sono due ipotesi allo studio da parte del Carroccio: la prima è quella di metà stagione, circa sei mesi, la seconda è quella di una sospensione per un intero palinsesto. Insomma, l’artista ribelle dovrà sparire dalle reti della tv pubblica per un anno.
L’altra questione allo studio in via Bellerio riguarda quanto circoscrivere il concetto di “artista”: l’idea iniziale era quella di includere solo i cantanti nella risoluzione, ma adesso è più probabile che si parli anche di escludere tutti i personaggi del mondo dello spettacolo. L’importante, sarà il senso del documento presentato dalla Lega, è che non vengano espresse opinioni politiche all’interno dei programmi di intrattenimento. Non sarà facile metterla in pratica, perché la definizione di opinione politica resta troppo generica (una frase come quella di Dargen D’Amico sui migranti lo è?).
Via Damilano e Carlini dalla Rai
Ma la Lega non si ferma qui. Un atto scritto per alzare i toni con i vertici della Rai è già stato presentato. Si tratta di un’interrogazione, che Il Fatto ha letto, firmata dai sei componenti leghisti della commissione di Vigilanza e rivolta all’amministrazione delegato della Rai contro il giornalista Marco Damilano e l’attivista e scrittrice Flavia Carlini. Nello specifico questi ultimi vengono attaccati per la puntata del Cavallo e la Torre (il talk serale di Damilano) in cui l’attivista Carlini si permetteva di criticare Salvini per le sue posizioni sul caso di Ilaria Salis sostenendo che “la sua posizione ci dice tantissimo sullo stato di salute della nostra democrazia”. Inoltre l’attivista aveva spiegato quanto il governo non accettasse più ogni forma di dissenso. Proprio Carlini, attivista con posizioni pro-Palestina, il 13 febbraio è stata tra i manifestanti manganellati dalla polizia fuori dalla sede Rai di Napoli solo per aver protestato contro la televisione pubblica dopo la censura nei confronti del cantante Ghali.
Ai leghisti la critica di Carlini in prima serata nei confronti del capo non è piaciuta e quindi nell’interrogazione scrivono: “Sarebbe d’uopo un maggior supplemento riflessivo se non dell’ospite almeno del conduttore”. Poi i leghisti parlano di “affermazioni gravissime al limite dell’istigazione, del tutto sottovalutate dal conduttore che non è mai intervenuto avallando nei fatti la tesi dell’attivista”. Proprio per questo la Lega chiede all’ad Rai Sergio “se non ritenga incompatibile” con il contratto di Servizio la puntata del Cavallo e la Torre, secondo quali “prescrizioni del contratto di servizio” vengono scelti i personaggi e se i vertici Rai “considerano la scelta editoriale del programma coerente con il ruolo e la funzione del servizio pubblico”. Insomma, si critica Salvini e la trasmissione va chiusa.