Caso Santanchè, oggi in Senato la mozione di sfiducia: ecco cosa può succedere

Oggi è un giorno importante per la politica italiana. Come riporta Sky TG24, è iniziato in Senato l’esame della mozione di sfiducia per le dimissioni della ministra del Turismo Daniela Santanchè dopo l’inchiesta della procura di Milano nei confronti di una sua società. Il voto è atteso intorno alle 13: la maggioranza dovrebbe votare compatta contro l’iniziativa M5s, sostenuta invece da Pd, Verdi e Sinistra. Azione – Italia Viva ha annunciato che uscirà dall’Aula al momento del voto. Santanchè è arrivata in aula, seduta ai banchi del governo tra i ministri Matteo Salvini e Anna Maria Bernini.

“Non intendo entrare nel merito in quanto ho già esposto i fatti con chiarezza e trasparenza. Ribadisco che il 5 luglio non ero stata raggiunta da informazione o avviso di garanzia da parte della procura di Milano”. Così la ministra del Turismo durante il suo intervento in Aula al Senato dopo la discussione sulla mozione di sfiducia che la riguarda. “Ho detto la verità e chi dice il contrario mente sapendo di mentire”, ha aggiunto. “Negli interventi da parte dei rappresentanti di gruppi di opposizione non ho mai trovato critiche o censure attinenti all’esercizio delle mie funzioni di ministro”, ha continuato.

“Ci possono essere diversità di opinioni, diversità che io rispetto – ha aggiunto -. Ho invece qualche difficoltà a comprendere come si possa promuovere sulla base di elementi di un’inchiesta pseudo-giornalistica una mozione di sfiducia individuale che non ha come oggetto il mio operato da ministro della Repubblica“, “ma che ha per oggetto dei fatti che, se verranno evidenziati, antecedenti al mio giuramento da ministro”, ha sottolineato Santanchè. “Concludo confermando quello che sento per questa Assemblea e che nelle funzioni che esercito ho sempre inteso e intendo conformarmi ai principi di legalità, disciplina e onore che la Costituzione indica come principi a cui tutti quelli che sono chiamati a svolgere funzioni pubbliche devono attenersi”. Un timido applauso dai banchi del centrodestra si è sentito al Senato al termine dell’intervento.

“Se avessimo ricevuto le risposte che chiedevamo nel corso dell’informativa oggi non saremmo qui”, ha detto il capogruppo M5s Stefano Patuanelli illustrando la mozione di sfiducia e accusando la ministra di “mancanza di risposte” e “opacità”. Secondo Patuanelli la mozione è la conseguenza di quello che è accaduto in Aula il 5 luglio scorso durante l’informativa. “E’ evidente – aggiunge – che la magistratura ha compiuto il suo dovere, ha scelto di secretare da ottobre dello scorso anno l’iscrizione nel registro degli indagati, la secretazione durava tre mesi e non c’è obbligo di avviso dell’iscrizione se non ci sono indagini personali. Bastava che fosse chiesto qualche giorno prima di venire a fare l’informativa”. “Mi auguro di cuore – conclude – che la ministra esca pulita da qualsiasi indagine, me lo auguro per il mio paese, ma le condotte hanno una disgrasia rispetto al giuramento che si fa quando si diventa ministro”.

“Molte polemiche sono state fatte, anche dalle opposizioni, sulla mozione individuale nei confronti della ministra Santanchè che, secondo le critiche, ricompatterebbe il governo. La mozione è una conseguenza logica di quanto detto e non farla sarebbe stato ipocrita”, ha aggiunto Stefano Patuanelli ricordando i ministri che sono stati sfiduciati (Toninelli, Bonafede e Speranza) e sottolineando che i governi di cui facevano parte sono poi caduti. “Sicuramente – conclude – compatta la maggioranza, ma non porta bene”. Il riferimento è a Carlo Calenda che nei giorni scorsi ha definito la mozione di sfiducia una “stupidaggine fatta dai Cinque Stelle”, che ha “l’unico effetto di compattare la maggioranza”. “Un grave errore”, secondo il capogruppo in Senato Enrico Borghi.

Santanchè potrebbe essere a breve iscritta anche per un’altra ipotesi di reato, quella di truffa aggravata ai danni dello Stato. Le indagini sulla condotta finanziaria della senatrice di Fratelli d’Italia continuano a turbare l’esecutivo, tuttavia Licia Ronzulli, capogruppo in Senato di Forza Italia, descrive una maggioranza “assolutamente serena”. “La ministra – dice – godrà della fiducia di tutto il centrodestra”. “A mio avviso – aggiunge – non cambierebbe nulla nemmeno con un rinvio a giudizio, ma questa è una valutazione politica che non spetta a me”.

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