“Cialtrone, miserabile!” Caos in diretta tv tra Gasparri e il deputato Donno del M5S: ecco cosa è successo – IL VIDEO

Si torna prepotentemente a parlare di salario minimo e stavolta l’argomento ha scatenato il caos durante una diretta tv. Come riporta oggi Il Tempo, il centrodestra ha fatto più di un passo verso l’opposizione sul tema del salario minimo, dicendo sì al un confronto costruttivo con Pd ed M5S. Nel corso della puntata di martedì 25 luglio de L’aria che tira estate, tra le altre cose si chiede conto a Leonardo Donno, parlamentare del Movimento 5 stelle, del perché l’opposizione ha scoperto solo oggi questo tema. “Il problema sono i politici come Gasparri da trent’anni in Parlamento”, è l’attacco a freddo del grillino che scatena la furiosa replica dell’ospite in studio. A quel punto Donno alza incredibilmente il tiro: “Ma stai buono”, dice all’indirizzo del senatore di Forza Italia.

Maurizio Gasparri sbotta: “Cialtrone, qui siamo alle minacce. Stai buono?”, afferma tirando in ballo Magnani, reo di non aver fatto nulla alle parole di Donno. “Caro conduttore, non accetto di essere minacciato” attacca il senatore con Magnani che si difende: “Nessuno l’ha minacciata, ma chiedo a Donno di non delegittimare l’interlocutore”. Il quale viene ancora apostrofato da Gasparri: “Cialtrone, miserabile”. In fondo all’articolo trovate anche il video.

Non è la prima volta che Gasparri è protagonista di una polemica, soprattutto negli ultimi giorni. Ad «Agorà Estate», su Rai3, ad esempio, il conduttore Lorenzo Lo Basso lo aveva presentato agli ospiti. Ma al momento di salutare Gasparri commette l’errore di relegarlo tra le file di Fratelli d’Italia. Il senatore in collegamento non la prende bene: «Forza Italia, ero giovane». «Mi scusi, ero rimasto…» cerca di rimediare l’ex inviato di guerra di Rai3. Gasparri replica stizzito: «Lei ha sbagliato, non ho mai aderito a Fratelli d’Italia. Studi!». «Certo, era Alleanza Nazionale, allora perdoni l’errore. Ci siamo corretti senatore Gasparri». «Vent’anni fa…» chiosa Gasparri con un’espressione irritata.

A proposito di salario minimo, in un recente video postato sui social, Danilo Toninelli, ex senatore dei Cinque Stelle, ha attaccato duramente il governo dicendo: “Tajani ha detto che il salario minimo è da comunisti, quindi se seguiamo il filo logico di questo statista della politica, non volere il salario minimo è da fascisti! Signor Tajani, il salario minimo è una forma di civiltà per evitare che ci siano lavoratori sfruttati e pagati da schiavi, né più né meno” spiega Toninelli nel suo video.

E sul salario minimo continua il braccio di ferro tra governo e M5S

Ne avevamo già parlato ampiamente nei giorni scorsi. Tajani aveva detto che in Italia “non serve il salario minimo”. Poi aveva aggiunto: “Serve un salario ricco, perché non siamo nell’Unione Sovietica in cui tutti avevano lo stesso stipendio. Dobbiamo realizzare una rivoluzione liberale – ha aggiunto – un tassello al giorno, abbiamo cinque anni per farlo. Ogni decisione di ogni giorno è una tessera del mosaico per la nostra rivoluzione liberale che significa anche maggiore benessere economico per gli italiani. L’obiettivo è questo”.

PD, M5S e tanti altri partiti delle opposizioni (tranne Renzi) stanno preparando una nuova proposta di legge per istituire il salario minimo a 9 euro l’ora. Dal governo, però, si sono susseguiti diversi “no”. L’aveva detto nei giorni scorsi la ministra del Lavoro Marina Calderone in una risposta poco più lunga di un tweet, l’ha ribadito il vicepremier Antonio Tajani, leader di Forza Italia: il governo è contrario all’introduzione di un salario minimo per legge perché – è la sua risposta – potrebbe danneggiare i lavoratori che guadagnano di meno. Eppure, oltre alle critiche delle opposizioni e allo scontro interno ai sindacati, va registrata la posizione di Confindustria, che invece apre al dialogo sul salario minimo.

Era stato Giuseppe Conte a smentire Tajani sul salario minimo: “Il ministro Tajani ha parlato con frasi da bar, dette a vanvera, peraltro da un ministro degli Esteri che dovrebbe essere consapevole degli altri Paesi. Ci sono 21 Paesi su 27 in Ue che hanno questa misura. Come si può parlare con questa somma ignoranza?“. Ha detto il presidente del M5S nel suo intervento in commissione Lavoro, dove è in corso la discussione sul salario minimo.

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